Foto: Marco Brescia & Rudy Amisano© - Courtesy of Teatro alla Scala

Un trionfale “Romeo e Giulietta” per il Teatro alla Scala

Ancora fino al 19 Gennaio è possibile assistere a questo raffinato allestimento della coreografia di MacMillan

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Una storia che tutti conosciamo, ma che non smette mai di stupirci ed emozionarci.
Messa in musica da Sergej Prokof’ev fra il 1935 e il 1936, venne definitivamente consacrata al repertorio del balletto classico – dopo la prima messa in scena del 1938 coreografata da Ivo Psota, che non aveva avuto molto successo – nel 1940, grazie alle nuove coreografie di Leonid Lavrovsky.
Questo balletto era nato, in seno al panorama ballettistico russo, con l’intenzione di recuperare lo stile tecnico precedente all’avanguardista parentesi diaghileviana, ammodernato però, allo stesso tempo, grazie al contributo dei recenti studi teatrali di Stanislavskij; si giunse infatti all’inaudita, per quanto oggi ci possa sembrare ovvia, conclusione che anche nei passi di danza fosse possibile infondere un preciso stato d’animo.
L’unione della più pura tecnica classica a una recitazione realistica divenne quindi possibile, senza dover ricorrere all’alternanza di sezioni di pantomima e numeri danzati come accadeva nel balletto romantico di un secolo prima, grazie alla perfetta fusione di introspezione psicologica e passi della coreografia. Questa penetrazione emotiva era sostenuta dalla partitura di Prokof’ev, ricca di frequenti ricorsi a richiami e leitmotiv.
La versione coreografica di Sir Kenneth MacMillan (1929-1992) giunge nel 1965 e si contraddistingue per la rinnovata ricerca del gusto rinascimentale in cui è ambientata la vicenda, sia nel costume sia nella studiata compostezza conferita alle pose di danza.
In questo spettacolare allestimento della Scala di Milano, con scene di Mauro Carosi, proprio quest’ultima qualità assume un valore quasi statuario grazie alla sapiente disposizione dei ballerini nello spazio architettonico del palcoscenico. Per i costumi  Odette Nicoletti rispetta la volontà rinascimentale di MacMillan, ma sceglie di osservarla da un diverso punto di vista: infatti, con l’unica eccezione dei due protagonisti per i quali ricalca il design dell’originale, tutti gli altri personaggi presentano un guardaroba che si rifa’ all’immaginario pittorico del Rinascimento nordico, con accesi fucsia, viola, verdi e turchesi, ampie maniche a campana, e per copricapi degli imponenti hennin e bourrelets “a corna”.
Il cast principale vede nel ruolo degli sventurati amanti l’étoile Roberto Bolle in coppia con l’artista ospite Misty Copeland (Principal Dancer dell’American Ballet), protagonisti anche della registrazione Rai effettuata il 13 Gennaio scorso e andata in onda Domenica 15 Gennaio in prima serata su Rai5. La Copeland è perfetta nelle vesti di Giulietta, fresca e spontanea come richiede il personaggio, e questo suo debutto italiano si configura come un vero successo. Tecnicamente, la prima ballerina afroamericana si distingue per l’estrema fluidità di movimento, assecondata dall’eccellente direzione musicale di Patrick Fournillier, e i suoi arabesque, pur non essendo apertissimi, presentano linee pulite ed armoniche.
Il 30 Dicembre sono stati protagonisti Gabriele Corrado e Marta Romagna, mentre la serata di gala del 31 Dicembre scorso ha visto l’atteso ritorno sulle scene del duo composto dall’ex étoile scaligera Alessandra Ferri e dal danzatore argentino Herman Cornejo; il 5 Gennaio ha invece debuttato nel ruolo della giovane Capuleti la promettente Martina Arduino, accompagnata dal Primo Ballerino Claudio Coviello.
Le ultime date dello spettacolo avranno luogo mercoledì 18 e giovedì 19 Gennaio, rispettivamente con le coppie Timofej Andrijashenko/Nicoletta Manni, insieme sia sul palco che nella vita, e Claudio Coviello/Vittoria Valerio.

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Maria Irene De Maeyer

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