C’è una canzone di Ivano Fossati, intitolata La costruzione di un amore, che racconta l’altra faccia della relazione uomo-donna: la fatica, l’incomprensione, il sacrificio, per l’edificazione di qualcosa di più maturo ed elevato di una passione passeggera, che trascende la coppia e la rinnova, anche dolorosamente.
Molto simile è il rapporto uomo-Dio: l’incontro e l’entusiasmo iniziale, seguiti dalla riflessione, dal senso di perdita e di buio, che, nel caso di una fede perseverante, possono dar luogo alla maturazione di questo rapporto. Come nell’amore umano, in quello divino, si assiste a dinamiche mutevoli, dove il contrasto più stridente è quello tra la perfezione di Dio e l’imperfezione dell’uomo. Se la risposta umana è positiva, tuttavia, l’uomo può avvicinarsi – seppur non raggiungendola mai – a quella perfezione.
Uno spaccato di questa dinamica emerge nel Diario di Elena (Ancora Editore, 2016) di Stefania Perna, che riporta in auge un genere letterario – il diario spirituale – che ha fatto la fortuna di vari mistici (due su tutti, Santa Teresa di Lisieux e Santa Faustina Kowalska).
Nella sua peculiare opera, l’autrice completa la trilogia iniziata con 50 preghiere per i cercatori di speranza (Effatà, 2016) e proseguita con Strada facendo. Tutti sogni o tutti segni? (Cantagalli, 2016). Mentre i primi due volumi sono una raccolta di aforismi, citazioni illustri di carattere spirituale, accompagnati da un commento e da una attualizzazione, il Diario di Elena compie un piccolo salto di qualità, raccontando il cammino di un’anima, anche in relazione a tali spunti spirituali.
Giorno per giorno, settimana per settimana la protagonista si pone dinnanzi ad una sfida e ad un bivio, nella scelta tra se stessa e Dio. Mentre la vita quotidiana scorre apparentemente sempre uguale a se stessa, con i suoi riti e le sue difficoltà puramente umane, il cuore e il pensiero si inoltrano in percorsi assai meno prevedibili, intraprendendo un’avventura straordinaria, simile a quella di un esploratore, esposto ogni giorno sia a rischi, che ad opportunità e a scoperte meravigliose.
Il Diario di Elena è un libro non corposissimo (circa 160 pagine); nondimeno è un testo da non divorare con avidità ma da assaporare riga per riga, come una pietanza ricca di mille sfumature aromatiche. L’autrice ha voluto gettare una torcia nella profondità di una miniera tanto oscura, quanto ricca di tesori sconosciuti.
Come accennato, il diario spirituale non è un genere nuovo, tuttavia è un dato originale la sua stesura da parte di un laico. La protagonista è una quarantenne, madre di famiglia, che sta vivendo la propria conversione e, a poco a poco, comprende che questo passaggio non si identifica con un momento specifico della propria vita ma è più simile a una conquista da realizzarsi giorno per giorno, attraverso sfide spirituali ma anche molto pratiche: quale tipo preghiera scegliere, come e con chi svolgere la direzione spirituale, ecc.
La costante del testo è una fede che non nasce dalla certezza, né dalla forza ma dal dubbio e dalla fragilità di una donna ben calata nello spirito del suo tempo, con tutte le problematiche che questo comporta. Un’anima che vuole essere “nel mondo ma non del mondo”, la cui fede progredisce in modo direttamente proporzionale alla consapevolezza della gratuità dell’amore misericordioso del Padre.
Come nei precedenti, già citati, volumi, Stefania Perna corrobora la sua opera con numerose citazioni, che, in questa sede, prendono forma in un contesto nuovo: da don Luigi Giussani a Massimo Gramellini, da Oscar Wilde a papa Francesco. Ogni grande personaggio, laico o cattolico che sia può diventare un compagno di strada per l’avventura più avvincente: quella dell’anima.
Un’anima del XXI secolo si racconta
Il “Diario di Elena”, di Stefania Perna, illustra il complesso ma avvincente cammino di fede di una quarantenne di oggi