Rohingyan people displaced in 2012 Rakhine State Buddhist violence

Campo profughi Rohingya / Wikimedia Commons - DFID - UK Department for International Development, CC BY-SA 2.0

Rohingya: un anno di "solidarietà internazionale" in Myanmar

Lo ha lanciato l’Ong Asean Rohingya Centre, per fermare la persecuzione: da ottobre ad oggi 94 rohingya uccisi e migliaia di sfollati

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Una mobilitazione a favore dei rohingya, la minoranza musulmana vessata nell’ovest del Myanmar da esercito birmano e Governo centrale. Così si configura l’anno di “solidarietà internazionale” 2017 organizzato durante il forum svoltosi nei giorni scorsi presso il Malaysia Institute of Integrity.
Il dibattito per porre attenzione alla causa dei rohingya, cui il Governo del Myanmar non riconosce diritto di cittadinanza e relega in campi profughi, è nato su impulso dell’Asean Rohingya Centre (Arc), una Ong con sede a Kuala Lumpur, in Malesia. Secondo Mohd Helmi Ibrahim, direttore esecutivo Arc, si registra il “bisogno urgente” di arginare le discriminazioni e le violenze di cui è oggetto questa minoranza.
Discriminazioni aumentate negli ultimi tempi. Dal mese di ottobre si stima siano state uccise 90 persone e circa 34mila siano state costrette a fuggire. I rohingya denunciano – come riporta l’agenzia AsiaNews – esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, stupri, case date alle fiamme nel contesto di una campagna ribattezzata dal Governo “operazione di pulizia”, volta a colpire quanti avrebbero sferrato attacchi contro i militari birmani
Inaugurando gli interventi del forum, l’ex ministro malesiano e inviato speciale per il Myanmar della Organizzazione della cooperazione islamica (Oic), Tan Sri Syed Hamid Albar, ha sottolineato che “queste persone, i rohingya, non costituiscono una minaccia per il buddismo in Myanmar”. Nel Paese, aggiunge, vi è un “odio comune” nei confronti della minoranza musulmana, cosa che non avviene “con altri gruppi etnici perseguitati dal Governo, come i kachin e i karen”.
Un appello al Governo malese giunge anche dal Consiglio delle Chiese della Malaysia (Ccm), affinché “riconosca” e “affronti” il dramma e le sofferenze dei rifugiati rohingya il Malaysia.

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ZENIT Staff

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