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Non stancare più nessuno, ma sii silenzioso e umile servitore!

Lettera di gennaio di monsignor Leuzzi agli universitari romani

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Riportiamo di seguito la lettera di gennaio di monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore della pastorale universitaria di Roma, agli studenti universitari romani.
***
Cari studenti universitari,
scrivo la mia lettera di gennaio appena tornato dal pellegrinaggio dalla Terra Santa: un’esperienza davvero indimenticabile nel cammino della mia vita di fede.
Prima di partire mi ero soffermato molte volte sulla risposta di Isaia al re Acaz:
“Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Isaia 7, 13-14).
Ricordando la mia preghiera, prima della partenza da solo, nella Chiesa di Santa Caterina, a pochi metri dalla Grotta dove è nato Gesù, vorrei confidarvi il mio proposito: non stancare più il Signore!
È il mistero del Natale!
Non solo Dio è stato fedele alle Sue promesse, ma è anche la scelta di evitare che gli uomini, ciascuno di noi, evitasse l’esperienza di stancare Dio. Stancare Dio, dopo il Natale, è l’esperienza dell’illusione dell’uomo di voler essere qualcuno.
Essere un illuso!
Quante volte nella vita ci siamo illusi, pensando o correndo di qua e di là! Quante illusioni l’umanità ha vissuto nel Novecento!
C’è anche l’illusione di poter stancare Dio, desiderando un confronto a viso aperto con Lui, discutendo e vagliando tutto, dubitando e rivendicando, perché in fondo che senso ha credere in un dio che non sia in nessun modo afferrabile e dominabile!
È la grande illusione dell’uomo contemporaneo!
È meglio essere un oggetto che qualcuno!
Sì, perché se sei un oggetto puoi pretendere, se sei qualcuno devi decidere.
Noi stanchiamo Dio perché non vogliamo mai decidere. Se Dio però fosse libero, allora vorrei farmi oggetto perché la sua libertà sia in qualche modo oggettivabile, inventando ogni forma di devozione, ogni azione che possa meritare la sua attenzione verso di me, fino all’illusione di oggettivarlo negli altri.
Quel Bambino, nella mangiatoia di Betlemme, è il segno che non c’è più bisogno di stancare Dio!
L’illusione dell’uomo è finita, è priva di dignità!
L’uomo può illudersi di tutto, ma non più di Dio, perché la Sua stanchezza è stata superata dalla pienezza dell’amore.
Paolo ci ricorda più volte nelle sue lettere che Dio non è più condizionato dalle nostre risposte, dai nostri dubbi, dalle nostre ricerche. È con noi, con te, sempre!
L’umanità ha bisogno di conoscere il segno di Dio per non stancarlo più. È il primo e grande dovere della Chiesa e di ogni battezzato annunciare a tutti che Dio ci ha liberati dall’illusione di stancarlo: siamo nel tempo dell’amore incondizionato!
Cari amici,
non fidatevi di chi vi prospetta un dio misterioso, intellettualmente complicato, ricco di speculazioni ed emozioni spirituali. Sono proposte che conducono alla sottomissione e all’insignificanza!
Ecco il segno dell’amore incondizionato: “la vergine concepirà e partorirà un figlio” (Isaia 7,14).
Dinanzi a quel Bambino tu sei chiamato a deciderti: essere qualcuno o un oggetto. Quel Bambino guardandoti ti libera dal timore della tua libertà, del tuo futuro. Non devi più stancare Dio, perché Lui è già con te, in te e cammina con te.
Cari amici,
quanto tempo perdiamo per stancare gli altri e Dio, come ci ha ricordato il profeta Isaia. Nel mondo ci sono più uomini che stancano che uomini che servono o meglio più uomini che servono per stancare che uomini che servono senza stancare.
Quando intorno a te non cresce nulla, ricordati che stai stancando i fratelli e Dio, perché non stai creando le condizioni per costruire la storia. Stai stancando!
Non stancare più nessuno, ma sii silenzioso e umile servitore!
Come quel Bambino, che non hai mai stancato nessuno! Fedele al Padre e fedele ai fratelli.
Non stancare più il Signore, ma fidati!
Nel giorno dell’Epifania offriGli questo proposito: non ti stancherò più, ma camminerò insieme a Te!
È l’augurio per il nuovo anno!

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ZENIT Staff

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