Il ministro degli Affari esteri del Venezuela, Delcy Rodríguez, si è riunita ieri, in Vaticano, con mons. Claudio Maria Celli, inviato del Papa per il dialogo tra il governo di Maduro e l’opposizione. Dal suo account Twitter, il ministro ha subito scritto: “Il dialogo è l’unico cammino in democrazia” aggiungendo che il Santo Padre “mantiene il suo impegno in favore di questo dialogo in Venezuela”. La Rodríguez, figura chiave nel governo di Caracas, era accompagnata da suo fratello, Jorge Rodríguez, capo della Delegazione governativa ai colloqui di ottobre e novembre.
Come scrive Luis Badilla su Il Sismografo, dopo il fallimento del terzo incontro, fissato per il 6 dicembre scorso, si attende con attenzione la decisione finale delle due parti di fronte all’appuntamento concordato per il 13 gennaio prossimo; appuntamento al quale oltre i mediatori dell’Unasur (Unione delle Nazioni sudamericane) prenderà parte ovviamente mons. Celli. Per ora, a giudicare dai contenuti della battaglia mediatica e dalle mosse tattiche, il clima resta teso e incerto, anche perché esponenti dei gruppi dell’opposizione insistono nel dire che non si presenteranno poiché il governo non ha rispettato gli accordi discussi e sanciti nei primi due incontri.
Nonostante i tanti appelli alle parti affinché creassero un clima di intesa e di incontro, evitando di consumare fatti dannosi per la tenuta del dialogo, così come autorevoli esortazioni a rispettare gli accordi raggiunti in queste ultime settimane la situazione non è affatto migliorata, anzi, in alcuni momenti la tensione è salita alle stelle.
All’appuntamento del 13 gennaio – scrive ancora Badilla – governo e opposizione dovrebbero comunque presentare con delle novità rilevanti che contribuiranno quasi sicuramente al dialogo. Il governo del presidente Maduro si presenta con un nuovo vice presidente, recentemente nominato, il venezuelano d’origine siriano Tareck El Aissami. Le opposizioni, che controllano il Parlamento, pochi giorni fa hanno eletto un nuovo e prestigioso presidente per l’Assemblea nazionale: il socialdemocratico, leader del partito ‘Prima la giustizia’, Julio Borges.
Si tratta di due figure, giovani e preparate, di grande rilievo, che in qualche modo possono essere associate alle componenti più dure e intransigenti dei due schieramenti. Molti osservatori provano dunque a decifrare queste iniziative delle parti per capire se hanno a che fare direttamente con questa delicatissima fase del dialogo. Un fallimento dell’incontro del 13 gennaio sarebbe, secondo molti, la rottura definitiva del dialogo e ciò potrebbe aprire le porte ad una situazione pericolosa per il Venezuela e per l’intera regione.