Archbishop of Canterbury Justin Welby

WIKIMEDIA COMMONS

"Superare le divisioni". L'appello dell’arcivescovo Welby per il nuovo anno

Nel consueto messaggio diffuso tramite la Bbc, il primate anglicano chiede di andare con coraggio oltre la Brexit e riscoprire i valori di fraternità e condivisione

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Andare con coraggio oltre la Brexit, superare le divisioni, favorire la riconciliazione, la riscoperta dei valori e della tradizione cristiana che è fatta di solidarietà e di accoglienza. Questo l’auspicio e insieme l’incoraggiamento che il primate della Comunione anglicana, Justin Welby, ha rivolto nel consueto messaggio per il nuovo anno diffuso dalla Bbc.
“L’anno scorso — ha ricordato l’arcivescovo di Canterbury, come riferito da L’Osservatore Romano — abbiamo preso una decisione che inciderà profondamente per il futuro del nostro paese, una decisione presa democraticamente dal popolo”. Il referendum che ha decretato l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea è stato caratterizzato da una campagna assai accesa che ha lasciato sul terreno grandi divisioni. Ma so — ha detto Welby – che se guardiamo alle nostre radici, alla nostra cultura e alla nostra storia all’interno della tradizione cristiana, se ci facciamo toccare da ciò che è il meglio in questo paese, troveremo un percorso per conciliare le differenze che ci hanno diviso”.
Per il primate anglicano occorre soprattutto riprendere in mano, accettare e farsi trasformare dai doni e dai comandamenti di Cristo. “Se daremo il benvenuto a chi è nel bisogno, se saremo generosi nel dare, se prenderemo in mano il nostro nuovo futuro con determinazione e coraggio, allora sapremo prosperare. Saremo in grado di vivere bene insieme nonostante le nostre differenze, offrendo ospitalità allo straniero e a quelli in esilio, con la speranza incrollabile per il futuro”.
Questi, ha ricordato, “sono i doni, i comandi e le promesse di Gesù Cristo”, nonché “le fondamenta dei nostri migliori valori condivisi, delle tradizioni e della vita in Gran Bretagna”. Valori che – ha detto Welby – possono restituire il paese alla sua alta vocazione. Cioè, “dono e fonte di fiducia per questo mondo travagliato, in cui viviamo, non solo per noi stessi, ma come un faro di speranza, come una città collocata sopra un monte”.
Nel suo messaggio l’arcivescovo ha citato l’esempio di Sabir Zazai, direttore del Coventry Refugee and Migrant Centre. “Ho incontrato Sabir Zazai molti anni fa — ha rivelato – e sono stato felice di avere avuto l’opportunità di visitare il centro per i rifugiati che ora dirige. Egli venne come rifugiato dall’Afghanistan nel 1999, e il suo coraggio e le sue capacità sono straordinari. Adesso è una figura chiave per il futuro di questa città”.
Come Sabir sono tante le persone in Gran Bretagna: esso “sono una benedizione per il nostro modo di vivere”, ha concluso il primate anglicano, “essi stanno sperimentando tutto ciò che è buono. E questo non solo arricchisce le loro vite, ciò arricchisce e approfondisce anche la nostra vita”.
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ZENIT Staff

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