Una bella canzone degli anni ’50 diceva: “Domenica è sempre domenica. Si sveglia la città con le campane…”. Oggi le città non si svegliano solo con le campane delle chiese, ma con tanti suoni diversi, perché hanno aperto le porte ad altri centri di culto e di preghiera.
È una bella realtà, con la quale possiamo dialogare serenamente, sforzandoci di cogliere le opportunità che possono nascere dall’incontro con mondi nuovi. Si può sempre ascoltare con piacere il suono delle campane della domenica. Ma nella vita si possono fare tante altre cose belle: cercare l’altro, incontrarlo, conoscerlo, amarlo, accoglierlo nella sua diversità, come un tesoro che può illuminare la nostra stessa vita.
Possiamo certamente continuare a comunicare la buona notizia del Vangelo. Ma questa notizia si può proporre, non imporre. Se una persona che incontriamo preferisce continuare il proprio cammino, che cosa facciamo? Le chiudiamo la porta in faccia? La consideriamo un’extraterrestre? Facciamo finta che non esista? Il primo passo da fare è l’accoglienza, la ricerca degli aspetti umani che possano favorire la nascita di un’amicizia.
La storia ci insegna che le religioni sono state spesso strumentalizzate per scopi di potere, per creare divisioni e giustificare guerre. “Dio lo vuole!”, ha detto qualcuno. E c’è chi continua a dirlo ancora adesso. Abbiamo assistito alla nascita di troppi partiti, movimenti, associazioni, correnti di pensiero basati sul falso mito della diffidenza. Perché accade questo? Perché è facile guadagnare consensi sfruttando la paura dell’altro.
Una bella mattina mi sveglio e decido di diventare un capo. Come posso ottenere rapidamente un seguito e addomesticare le masse? È semplice. Creo un nemico da odiare e combattere, un capro espiatorio al quale attribuire le peggiori colpe del mondo. Tra i più grandi mali della società contemporanea c’è sicuramente il pregiudizio. Cioè, un giudizio che viene dato prima. Prima di conoscersi, di abbracciarsi, di guardarsi negli occhi e stringersi la mano.
Il mondo che ci circonda è affascinante, tutto da scoprire. Ma non possiamo scoprirlo se ci chiudiamo in un guscio. La vita è amore, apertura, dialogo infinito. È l’opportunità di vivere la bellezza dell’amicizia con chi apparentemente è diverso, ma in realtà uguale a tutti noi.
Tutti gli esseri umani sono uguali e diversi allo stesso tempo. Scoprire la bellezza dell’amicizia nella diversità significa volersi bene davvero, in modo sincero e disinteressato. Quando preghiamo, noi ci rivolgiamo al Padre Nostro, che è il Padre e la Madre di tutti. Non è per pochi eletti, ma accarezza l’umanità intera.
Non dimentichiamoci mai di questo e facciamo uno sforzo per spalancare le porte del nostro cuore al mondo!
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Padre nostro, Padre di tutti
Le religioni non sono un ostacolo per la pace ma un’occasione di amicizia e di dialogo