Mi confidava Rosaria che in chiesa ha con Gesù un dialogo di assoluta confidenza: “Sto seduta tranquilla al mio banco, sono certa che Lui è là che mi guarda; ogni nuvola che attraversa la mia mente, guardandolo, gliela affido. Lui, l’amore fatto persona, non chiede altro se non la totale fiducia nel suo amore. Lui è là. Io guardo lui e lui guarda me. Insomma la mia preghiera è una chiacchierata confidenziale con Lui. Mi viene spontaneo affidare a lui ogni mio problema, ogni mia preoccupazione. E lui risponde: non temere; sono qua…sono qua per te”.
A Rosaria rispondo con un’altra confidenza: “Ho un nipotino, di poco più d’un anno… Di tanto in tanto lo vado a trovare. Lo trovo di solito nella sua cameretta, in mezzo ai suoi giocattoli… Mentre parlo con la mamma che stira o rammenda nella stanza accanto, lo sento chiamare, con una certa frequenza: “mamma!”.
Pronunciata semplicemente questa parola, tace. E in silenzio continua a giocare. Ma ricomincia a giocare solo se la mamma gli fa eco: “sono qua!” Così più volte nella giornata si ripete questo scarno, essenziale pur esauriente dialogo tra la mamma e il figlio: -“Mamma!” – “Sono qua”.
Quando esco di chiesa… rientro nel vivere quotidiano. Non è distrazione il vivere fuori della chiesa perché mentre servo Gesù nel prossimo, lui si interessa a me”.
Il dialogo-preghiera continua così e diventa testimonianza di vita. In ogni fratello trovo ancora Lui che mi chiede ora questo, ora quell’aiuto e rispondo concretamente: sono qua per te.
Ciao da p. Andrea
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Il dialogo continua
La preghiera è sempre una chiacchierata confidenziale con Dio