Piante e fiori nella Bibbia

Dal roveto di Mosè al sicomoro di Zaccheo: il saggio di Pier Giordano Cabra edito da Queriniana ricostruisce la simbologia vegetale nelle Sacre Scritture

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In India per far capire ai bambini – e non solo – che le piante sono “vita”, mettono degli occhi adesivi nel tronco di alcuni alberi. È un gesto simbolico che vuole incidere nella sensibilità dei fanciulli, affinché imparino a rispettare la natura ed i suoi rappresentanti più secolari. Non solo gli alberi, ma anche i fiori. Con il loro laborioso e silenzioso “esserci” permettono la vita.
Quante cose potrebbero raccontare se solo noi ne riuscissimo ad interpretare il linguaggio, anche simbolico. È noto come pittori, scultori ed artisti di vario genere, usino le piante nelle loro rappresentazioni. La loro presenza non è mai banale, ci vuole sempre comunicare qualcosa. Siamo noi a dover imparare a “dialogare” con la simbologia.
Pier Giordano Cabra ha voluto ascoltare e riportare le parole di piante e fiori che sono presenti nei racconti biblici. Testimoni diretti di avvenimenti unici. L’autore, infatti, interpreta le parole dell’albero del desiderio che vide avvicinarsi Adamo ed Eva, così come le querce presenti allorquando il Signore visitò Abramo e Sara. Dai salici dove i deportati di Gerusalemme appesero le loro cetre al ricino che riparò Giona con la sua ombra. Che dire, poi, dei gigli e delle palme… Ne hanno di storie da raccontare! Quale grande significato l’ulivo, o meglio, la foglia d’ulivo, che Noè notò nel becco della colomba. Quante cose possiamo imparare dal racconto di quel groviglio di arbusti e spine divenuto per tutti “il roveto ardente” che bruciò ma non si consumò quando il Signore parlò a Mosè. È ascoltando il cipresso che noi associamo ingenuamente alla morte, che potremmo comprendere come sia invece l’albero della vita. Infatti, non è forse con il suo legno che l’arca fu costruita?
In questo dialogo, simbolico, l’autore interpreta le espressioni del fico, unico albero ad essere chiamato per nome nel giardino dell’Eden. Non poteva certo mancare la riflessione del Sicomoro su cui salì Zaccheo per vedere (o meglio, per essere visto da Gesù). E ancora, i fiori del campo, l’issopo, la rosa, il cedro del Libano (citato ben 70 volte nella Bibbia, emblema di grandezza, nobiltà e forza) e molti altri. Se gli autori biblici hanno fatto notare la presenza di piante e fiori, forse, era loro intenzione indicare che l’uomo, per vivere bene, deve curare anche il suo contesto (se preferite, ambiente o “casa comune”). San Giovanni Paolo II ci ricorda che “era volontà del Creatore che l’uomo comunicasse con la natura come padrone e custode e non come sfruttatore e distruttore” (Redemptor Hominis, n. 15).
Anche altri Papi come Paolo VI e Benedetto XVI hanno sentito l’esigenza di parlare di ecologia umana, strettamente legata alla cura dell’ambiente. L’enciclica di Papa Francesco, Laudato Si’, lo conferma. Il libro di Pier Giordano Cabra, facendo parlare piante e fiori, ci rammenta che la custodia del creato non è normativismo, ma è rispetto dell’uomo stesso. L’autore, attraverso l’ascolto dei vegetali, elabora delle attualizzazioni che si pongono come degli spunti di riflessione per il lettore. Un libro sbocciato dall’intenzione di far parlare, con un linguaggio umano, testimoni secolari di eventi biblici molto significativi. Il linguaggio descrittivo dell’autore, fa sentire, inoltre, il profumo che emana il fiore, l’umidità della terra, l’odore del troco ecc. Il testo Piante e fiori nella Bibbia, edito dalla storica casa editrice bresciana Queriniana, può essere considerato un “tascabile” (un piccolo seme se preferite…) in considerazione delle sue dimensioni. Un manuale, invece, se lo vogliamo utilizzare come guida per una lettura più articolata e “naturale” della Bibbia. In ogni caso, un libro di facile e scorrevole lettura.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Domenico De Angelis

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