L’Avvento è il tempo liturgico che, più di ogni altro, ci conferma un dato di fatto: la fede cristiana non è una teoria o una dottrina ma è l’incontro con Gesù. Durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, papa Francesco ha indicato tre atteggiamenti virtuosi nel cammino verso la “grazia” dell’incontro più importante della vita cristiana.
Da ieri è quindi iniziato, ha detto, un “tempo per camminare e andare incontro al Signore, cioè un tempo per non stare fermo” e preparare il proprio cuore a questo momento.
Il primo atteggiamento da tenere è essere “vigilanti nella preghiera”; il secondo implica essere “operosi nella carità”, ovvero “non solo dare un’elemosina” ma “anche tollerare la gente che mi dà fastidio”, come “i bambini quando fanno troppo rumore, o il marito o la moglie quando ci sono difficoltà, o la suocera”; il terzo atteggiamento ci vuole “esultanti nella gioia”. Tutto questo ci serve per “incontrarlo bene” e “non stare fermi”.
Nel momento in cui il nostro incontro con il Signore avrà luogo “ci sarà una sorpresa, perché Lui è il Signore delle sorprese”. È un incontro, ha aggiunto il Pontefice, che avviene quando Gesù e gli uomini sono “in cammino” e “la grande sorpresa è che Lui mi sta cercando, prima che io incominci a cercarlo”.
È sempre Gesù, quello che “ci ha cercato prima”, come testimonia nel Vangelo l’episodio del centurione (cfr. Gv 4,46-54). Ogniqualvolta noi “facciamo un passo”, Lui “ne fa dieci”, per “l’abbondanza della sua grazia, del suo amore, della sua tenerezza che non si stanca di cercarci”.
Anche Naman il siro (cfr. 2Re 5), che era lebbroso, ha ricordato il Papa, ha vissuto la “sorpresa grande del modo di agire di Dio”, perché “il nostro è il Dio delle sorprese, il Dio che ci sta cercando, ci sta aspettando, e soltanto chiede da noi il piccolo passo della buona volontà”.
Se noi non perdiamo la “voglia di incontrarlo”, Lui “ci aiuta” e “ci accompagnerà durante la nostra vita”; chi, invece, se ne allontana, lo “aspetta come il Padre del Figliol prodigo”.
Francesco ha ricordato le parole del suo predecessore Benedetto XVI, per il quale “la fede non è una teoria, una filosofia, un’idea” ma “un incontro con Gesù”. Quindi, ha sottolineato il Papa, se non hai “incontrato la sua misericordia”, puoi anche “recitare il Credo a memoria” ma non avrai “fede”. Così era avvenuto con i “Dottori della Legge” che sapevano “tutto, tutto della dogmatica di quel tempo, tutto della morale di quel tempo, tutto”, eppure “non avevano fede, perché il loro cuore si era allontanato da Dio”.
In tempo di Avvento, allora, dobbiamo chiedere la grazia di “andare incontro a Gesù”, attraverso “la vigilanza nella preghiera, la operosità nella carità ed esultanti nella lode. E così – ha concluso il Santo Padre – così incontreremo il Signore e avremo una bellissima sorpresa”.
@ Servizio Fotografico - L'Osservatore Romano
Santa Marta: “Andiamo incontro al ‘Dio delle sorprese’”
Durante l’omelia del mattino, Papa Francesco illustra lo spirito d’Avvento e ricorda che la fede cristiana non è una dottrina ma la conoscenza con Gesù