Il Festival della Dottrina sociale premia 11 storie di bene comune

Imprenditori e operatori del terzo settore e un vescovo, tutti accomunati dallo spirito di gratuità

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Alla serata di gala del Festival della Dottrina sociale della Chiesa si è svolta l’assegnazione del Premio all’impegno d’impresa per il bene comune. Undici personalità italiane, impegnate nel sociale, hanno ricevuto la scultura realizzata da Marco Bertoletti. Undici storie di impegno e passione, di amore e carità, aventi come protagoniste delle realtà imprenditoriali e no profit che si sono distinte nel campo della solidarietà e del sostegno al prossimo.
Un premio speciale è stato assegnato a Mons. Filippo Santoro, vescovo della Diocesi di Taranto e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace, della CEI, il quale ha raccontato alcune esperienze vissute affianco ai bambini malati di cancro ed ai lavoratori dell’Ilva in sciopero. Mons. Santoro, nel corso della sua testimonianza, ha evidenziato la necessità di “lasciarsi ferire dalla vicinanza di chi soffre”, sviluppando “la forza di non girare la faccia dall’altra parte quando si incontra chi è nel bisogno”.
Le premiazioni sono state intervallate da alcuni momenti di intrattenimento con le esibizioni dei ragazzi della Vic Ballet Academy.
Ciascun premiato ha offerto una testimonianza dell’applicazione concreta dei principi della dottrina sociale all’interno della propria attività.
Il premio a Claudio Papa, amministratore delegato di Dolceamaro, è il riconoscimento al lavoro come espressione di passione e rispetto per le persone. La realizzazione di prodotti certificati di alta qualità e l’attenzione costante alla sostenibilità ambientale sono il risultato delle relazioni positive che l’imprenditore ha saputo costruire con i dipendenti, i collaboratori ed i clienti. Dalla capacità di stringere relazioni nasce anche la collaborazione pluriennale con la Caritas di Roma, lavorando insieme per rispondere a bisogni concreti e diffondere il valore della solidarietà.
La storia di Tarcisio Verdari, amministratore delegato di Dolceamaro, è quella di un uomo che, grazie all’impegno silenzioso ed umile, è andato oltre il ruolo di supporto amministrativo dei circoli NOI. Il premiato ha aiutato i volontari a cogliere il senso del loro operare attraverso la realizzazione di oratori in luoghi dove si impara il senso della gratuità, dell’impegno, della responsabilità e della relazione. Alla domanda su come coinvolgere le nuove generazioni, Verdari ha risposto: “I ragazzi di oggi sono uguali a quelli di ieri: se li metti in piazza con un pallone si mettono a giocare. Noi non dobbiamo fare altro che accoglierli con immensa dolcezza e disponibilità”.
Il riconoscimento è stato assegnato anche ad un medico, il prof. Franco Pannuti, fondatore e presidente onorario della Fondazione Ant – Assistenza Nazionale Tumori, che si è messo al servizio di coloro che ama chiamare “sofferenti” coinvolgendo anche collaboratori e sconosciuti. Oggi, il progetto del professor Pannuti garantisce assistenza ad oltre 10.000 persone. Tutti insieme promuovono il concetto di Eubiosia: la dignità della vita dal primo all’ultimo respiro. Il premio è stato ritirato dalla figlia, Raffaella Pannuti, che ha dichiarato: «Guardando la gratitudine negli occhi di tutte le persone malate che assistiamo e quella dei loro familiari troviamo la forza per andare avanti con la nostra opera di cura, prevenzione e ricerca».
Il premio a Diana Venturato, presidente di Samo Spa, è dovuto alla sua ricerca continua di un equilibrio tra le esigenze di mercato ed il radicamento nel territorio dell’azienda che amministra. Le iniziative “Porte aperte… all’Arte” e “Oscar… per tutti” sono esempi concreti della valorizzazione del territorio e delle persone che vi lavorano e vi abitano. L’impegno di Diana Venturato ha generato un circolo virtuoso. Per questo ella afferma: “Nelle nostre aziende abbiamo coppie di sposi che si sono conosciute lavorando, ragazzi che sono subentrati dopo il pensionamento dei padri, intere famiglie che lavorano con noi, e questo ci rende estremamente orgogliosi”.
Flavio Giannetti, fondatore dell’azienda agricola La valle del sasso, è stato premiato per la capacità di produrre con il più alto livello di qualità rispetto due principi fondamentali: il benessere delle persone e la valorizzazione dell’ambiente. L’imprenditore toscano ha affermato: “Considero questo lavoro un’autentica vocazione. Anche se la mia scelta di vita non è stata compresa da tutti i miei amici, mi rendo conto quotidianamente che per essere felice non potevo fare altro che questo lavoro”.
La famiglia Frescobaldi porta avanti una tradizione vinicola che dura da oltre 700 anni. Lamberto Frescobaldi, che oggi è alla guida del Gruppo, è stato premiato per il progetto “L’isola che non c’è”. L’iniziativa si svolge nell’isola di Gorgona, sede di una colonia penale all’aperto, dove i detenuti producono un vino biologico di qualità. Essi vengono seguiti da agronomi ed enologi dell’azienda Frescobaldi acquisendo una professionalità che favorirà il loro reinserimento sociale. L’imprenditore toscano, in occasione della premiazione, ha affermato: “In Italia la recidiva riguarda l’85% dei detenuti, percentuale che crolla al 15% se sono inseriti in un percorso lavorativo. Queste persone sono ai margini della società, ci impegniamo per fare in modo che non tornino a delinquere”.
Filippo Liverini è presidente ed amministratore delegato di Mangimi Liverini Spa. Con la produzione di alimenti zootecnici che soddisfano i più alti standard di qualità, l’azienda Liverini rappresenta un punto di riferimento per un’intera comunità. L’attenzione all’occupazione, da un lato, e allo sviluppo della collettività, dall’altro, riducono il problema della devianza giovanile del territorio. Filippo Liverini, al momento della premiazione, ha svelato il segreto della sua impresa: “Consideriamo i nostri 25 dipendenti come dei collaboratori. Offriamo loro una spalla ed un appoggio in caso di bisogno. La loro gratitudine si riflette nell’impegno che quotidianamente mettono nel loro lavoro, che poi ha ricadute positive sull’intera cittadinanza”.
Lidia Borzì, presidente di Acli Roma, ha ricevuto il premio dal Don Martino Signoretto, Vicario episcopale per la cultura e il sociale della Diocesi di Verona. Dietro alla premiazione vi è una storia di impegno e di lotta, in prima persona, contro la povertà in una grande città come Roma. Con determinazione e pazienza ha costruito una rete  di relazioni e collaborazioni tra associazioni, che oggi sono capaci di lavorare insieme per rispondere ai bisogni vecchi e nuovi della città. Ella, non a caso, ha dedicato il premio a tutti i suoi collaboratori ed agli ultimi.
La storia di Roberto Baldo, presidente Federsolidarità Veneto, è una dimostrazione di attenzione e cura nei confronti delle fasce sociali svantaggiate. Attraverso l’attivazione di servizi educativi, riabilitativi ed occupazionali è stato possibile promuovere il collocamento lavorativo e la cultura dell’accoglienza. Il presidente di Federsolidarietà Veneto ha riassunto così la filosofia della federazione: “La nostra idea è quella di un’economia diversa, che metta al centro la persona, perché in Italia purtroppo manca ancora una vera cultura dell’inclusione”. Roberto Baldo ha ricevuto il premio da Mons. Adriano Vincenzi, che ha dichiarato: “Questo non è un tempo per l’improvvisazione ma per l’ispirazione”.
La premiazione di Erasmo Figini, fondatore di Fondazione Cometa, è il risultato di un obiettivo coltivato e centrato con successo: donare un futuro ai bambini ed ai ragazzi ai quali era stato negato. Questo è possibile grazie all’accoglienza ed alla formazione.  Figini ha ricordato il punto di partenza del servizio di accoglienza: “Ventotto anni fa abbiamo ospitato un bambino di soli 5 anni, orfano e malato di Aids. È stata la nostra prima accoglienza. Da lì ho capito che anche i figli naturali ci sono dati solamente in affido”.
L’evento ha visto la partecipazione di oltre cinquecento persone. Ogni premiato ha offerto al pubblico uno spaccato del proprio operato al servizio del prossimo. Testimonianze che fanno riflettere e dimostrano che è possibile fare impresa mettendo al centro l’uomo ed il bene comune.
 

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Claudio Ianniello

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