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Colombia. Oggi a Bogotá la firma dell'Accordo di pace, dopo il "no" del referendum

Il testo definitivo sarà sottoposto all’approvazione del Congresso colombiano, dopo un primo voto generale e un’ampia discussione

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Sarà firmato oggi, a Sante Fe de Bogotá, l’Accordo definitivo di pace tra il Governo e l’ex guerriglia delle Farc, come annunciato martedì scorso dal presidente della Colombia, Manuel Santos, Nobel per la pace 2016.  In una dichiarazione congiunta, le due équipes di negoziazione hanno riferito che la nuova intesa sarà firmata presso il Teatro Colon, nel centro di Bogotà, alle ore 11. Secondo il comunicato, pervenuto a Fides, il testo definitivo sarà sottoposto all’approvazione del Congresso colombiano, dopo un primo voto generale e un’ampia discussione.
Nel testo si sottolinea che “la pace richiede che si agisca per l’attuazione degli accordi per superare anni di conflitto in Colombia”. Si è giunti alla decisione della firma del “nuovo accordo” il 12 novembre, dopo i colloqui dei rappresentanti di governo e Farc con i gruppi che si erano espressi a favore del no nel referendum del 2 ottobre scorso sul precedente accordo.
Sempre ieri nella tarda serata, il presidente Santos, dopo l’incontro della Commissione di alto livello per la protezione dei diritti umani, durante una conferenza stampa ha detto che gli omicidi dei leader contadini di questi giorni mostrano “incertezza per quanto riguarda l’accelerazione dell’accordo”.
Nella stessa conferenza stampa, il responsabile del Centro di risorse per l’analisi dei conflitti (Cerac) ha spiegato che “se l’Accordo fosse stato già firmato, sarebbe stata già attiva, per esempio, la missione di monitoraggio e verifica, o le unità di polizia per la pacificazione e la protezione”.
Secondo il Comitato Permanente per la Difesa dei Diritti Umani, solo quest’anno 232 leader contadini o rurali sono stati minacciati; 21 hanno subito attacchi e 70 sono stati uccisi.  Alla fine della conferenza, Santos ha ribadito che questa serie di omicidi deve essere fermata subito, così ha chiesto di “intensificare, con urgenza” la protezione dei leader delle comunità e dei difensori dei diritti umani.

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ZENIT Staff

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