Maria “Virgo Fidelis” rappresenta un punto di riferimento ed una devozione anche per i Carabinieri, che ne hanno fatto la loro patrona. Lo ha ricordato l’Ordinario Militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, presiedendo ieri la Santa Messa per la festa patronale ad Incisa Scapaccino (AT), sede del primo santuario dei carabinieri della storia.
Nei rappresentanti dell’Arma, ha sottolineato Marcianò nell’omelia, è presente una “sfumatura materna-paterna”, che si riscontra nella missione di “generare, custodire, difendere, proteggere” i propri figli.
Citando l’esempio eroico di Giovanni Battista Scapaccino (1802-1834), l’Ordinario Militare lo ha indicato come “carabiniere italiano” e “carabiniere cristiano”, uno di quegli uomini che “fanno le Istituzioni e la Nazione”, che “fanno anche la Chiesa” e “fanno la storia”.
Incisa porta quindi il nome di Scapaccino e “nella Bibbia – ha ricordato – Marcianò – dare un nome significa esercitare una certa autorità sul mondo per come lo vuole Dio, agire in collaborazione con Lui”.
“Spesso, noi – ha aggiunto il presule – vorremmo lasciare il nostro nome alla storia a partire dalla fama acquisita, dai benefici ricevuti, dalle opere che portano la nostra firma. Tuttavia, non è il nostro nome che siamo chiamati a dare alla cose, ma il nome che è loro proprio”.
Questa è una “visione stupenda del mondo”, per la quale “da una parte si valorizza al massimo l’apporto di ogni singola persona, dall’altra si richiede un profondo senso di appartenenza, che ben si lega alla realtà di Corpo, da sempre testimoniata e difesa dall’Arma”, ha proseguito monsignor Marcianò.
Da questo punto di vista, il carabiniere non è un “isolato”, poiché “l’Arma ne costituisce la famiglia, il contesto di vita, la realtà che gli dona l’identità”. Al tempo stesso, il carabiniere è animato da “quel senso di appartenenza, la cui carenza mette in crisi il senso della Patria e dello Stato, della Chiesa e della stessa famiglia, nonché della grande famiglia umana, che necessita di vincoli di fraternità per sopravvivere in armonia e pace”.
Sono proprio uomini come Scapaccino, Salvo D’Acquisto o come tanti altri carabinieri che “hanno contribuito e contribuiscono a scrivere la storia dell’Arma, delineandone sempre più il profilo di un servizio vero, perché fedele alla storia per come è stata pensata da Dio”.
Ai carabinieri, monsignor Marcianò ha ricordato come in realtà è Dio che essi servono “nel debole da difendere, nello straniero da accogliere, nei bambini e negli innocenti da proteggere, nella vita da salvaguardare, nella dignità umana da affermare” ed è al “Suo progetto creativo” che essi collaborano “con la difesa della giustizia, l’applicazione di raffinati sistemi di indagine, la custodia del creato, il contributo alla bellezza offerto con il recupero di beni artistici e la tutela del patrimonio culturale”.
In conclusione, l’Ordinario Militare ha sottolineato come, anche dopo la conclusione del Giubileo, “la misericordia non finisce, anzi è la pietra miliare nella costruzione di una storia per come è stata pensata da Dio, è la qualità che ci accompagnerà per la vita e, potremmo dire, ci accompagnerà fino alle porte del Cielo”.
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Mons. Marcianò ai Carabinieri: “È Dio che voi servite, difendendo i deboli”
L’Ordinario Militare celebra messa ad Incisa Scapaccino, in occasione della festa patronale dell’Arma