Quella dei pescatori è una categoria particolarmente vulnerabile alla “tratta”, al “traffico” e al “trattamento degradante”: umiliazioni per i quali la Santa Sede si è schierata in loro difesa.
Nel corso della conferenza promossa ed ospitata dalla Fao, in occasione della Giornata Mondiale della Pesca, il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin ha denunciato il prelievo incontrollato delle risorse ittiche e le modalità dannose di pesca selettiva.
“Dobbiamo allora andare al di là delle ragioni per cui le persone si rivolgono a contrabbandieri e trafficanti – ha detto segretario di Stato vaticano –. Abbiamo non solo l’obbligo morale di dare altre opportunità alle persone, ma anche un obbligo di fornire loro un’altra possibilità”.
In rappresentanza del Vaticano è intervenuto anche il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, che ha esortato all’ascolto del “grido disperato” di chi “ogni giorno rischia la vita in mare”, perché quel grido “non si perda nel fragore delle onde”.
L’appello dei porporati è andato a tutti i relatori della conferenza, perché ratifichino ed applichino gli accordi contro la pesca illegale e lo sfruttamento dei lavoratori del mare, a partire dalla Convenzione sul lavoro della pesca del 2007.
Ai microfoni della Radio Vaticana, il cardinale Vegliò ha ricordato quanto la pesca sia “tra i lavori più pericolosi al mondo”, vuoi per il “problema della pirateria”, vuoi per le spaventose condizioni lavorative, cui si accompagna la “lontananza della famiglia”.
L’“obiettivo comune” che unisce Santa Sede e Fao è quello di “cooperare per promuovere diritti umani e garantire un lavoro dignitoso in questo fondamentale settore economico di produzione alimentare, che coinvolge milioni di persone”, ha poi concluso Vegliò.
Reti da pesca / Pixabay CC0 - 931527, Public Domain
Pesca: la Santa Sede chiede la ratifica dei trattati internazionali
Intervenendo alla FAO, in occasione della conferenza per la Giornata Mondiale, i cardinali Parolin e Vegliò denunciano l’estrema pericolosità delle condizioni di vita in mare