Daily meditation on the Gospel

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Salvati nella speranza

Meditazione della Parola di Dio di sabato 19 Novembre 2016 – XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Anche questo passo del Vangelo di Luca lo abbiamo già ascoltato in una delle scorse domeniche. «Maestro, hai parlato bene» dissero alcuni scribi, di fronte alla sapienza di Gesù che rispose ai sadducei con le parole della Scrittura. Capita spesso di ascoltare risposte impostate su una presunta sapienza umana. È la parola di Dio, invece, a dire con chiarezza il senso vero delle cose. Anche oggi, dunque, anziché riprendere il tema già esposto, preferisco proporre un testo significativo: l’inizio della Spe salvi di Benedetto XVI.
Meditazione
«Nella speranza siamo stati salvati (Rm 8,24). La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto: ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente; il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. Ma di che genere è mai questa speranza per poter giustificare l’affermazione secondo cui a partire da essa, e semplicemente perché essa c’è, noi siamo redenti? Dobbiamo ascoltare la testimonianza della Bibbia sulla speranza. “Speranza” è una parola centrale della fede biblica, al punto che in diversi passi “fede” e “speranza” sembrano interscambiabili. Così nella Lettera agli Ebrei e nella I Lettera di Pietro che esorta i cristiani ad essere sempre pronti a dare una risposta circa il logos – il senso e la ragione – della loro speranza (cfr 3,15): “speranza” è l’equivalente di “fede”. Quanto sia stato determinante per la consapevolezza dei primi cristiani l’aver ricevuto in dono una speranza affidabile, si manifesta anche là dove viene messa a confronto l’esistenza cristiana con la vita prima della fede o con la situazione dei seguaci di altre religioni. Compare come elemento distintivo dei cristiani il fatto che essi hanno un futuro: sanno che la loro vita non finisce nel vuoto. Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente. Il cristianesimo non è soltanto una “buona notizia”: il Vangelo è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova».
Preghiera:
La tua Parola, Signore, illumina le nostre. “La Parola zittì chiacchiere mie” scrisse Clemente Rebora. Ti prego di far crescere in me il gusto della tua Parola. Che le mie analisi e valutazioni non vadano a cercare conferme in quello che tu dici: nascano dall’ascolto, poiché “luce ai miei passi è la tua Parola”.
Agire:
Recitando il “Credo”, mi interrogo oggi su quanto le verità della fede influiscono sul mio agire.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de Goti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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