“Diventare cardinale in Venezuela rappresenta un momento di speranza e felicità per la popolazione. Ricevo questo mandato non come qualcosa di personale o un onore ma un dono del Papa per il Venezuela. La mia nomina è infatti un regalo di Francesco ai poveri”.
Lo ha detto l’Arcivescovo di Mérida (Venezuela), mons. Baltazar Enrique Porras Cardozo, ospite del ‘Diario di Papa Francesco’ su Tv2000.
Mons. Porras Cardozo stamane sarà in Vaticano per essere creato cardinale dal Pontefice durante il Concistoro nella Basilica di San Pietro.
“Il Paese – ha aggiunto l’arcivescovo – ha bisogno di superare la crisi non solo politico-economica ma anche spirituale causata dalla mancanza di libertà, dalla paura e dall’odio”.
“Il governo venezuelano – ha sottolineato l’arcivescovo – non vuole parlare con i vescovi. Tutte le cose che abbiamo fatto sono contro il Governo. L’operato della Chiesa venezuelana è a favore del popolo e delle sue necessità. Siamo la voce di coloro che non hanno voce in un Paese in cui la libertà d’espressione e informazione è molto limitata. Se non arriva una risposta immediata, considerata la gravità della crisi, ci sarà una diminuzione della qualità di vita. Dovranno morire delle persone che invece sarebbero potute vivere. Penso soprattutto ai bambini e agli anziani”.
“Si dice che esistono due gruppi – ha proseguito l’arcivescovo – l’uno contro l’altro. Ma non è del tutto vero. C’è un governo che non vuole ascoltare e rispondere alle necessità della gente. Poi c’è una grandissima maggioranza di persone che vuole trovare una soluzione pacifica senza violenza. Confido nella pace e che le parti in conflitto capiscano che è necessario rispondere immediatamente in maniera legale, nella pace e senza conflitti. La maggior parte delle persone non vuole infatti che si risolva tutto in uno scontro”.
Baltazar Enrique Porras Cardozo
Card. Porras Cardozo: “Chiesa a favore del popolo. Governo non attento alla gente”
L’arcivescovo di Mérida, creato oggi cardinale, confessa a TV2000: “La mia nomina un regalo del Papa ai poveri del Venezuela”