Da quando è nato il mondo l’uomo ha sempre messo in campo le battaglie più convincenti per affermare, passo dopo passo, il diritto alla conquista e alla difesa dei suoi diritti. C’è però una particolare condizione da osservare. Ogni battaglia compiuta, come è giusto che sia, ha riguardato gli aspetti sociali, politici ed economici del livello umano personale e collettivo.
I passi in avanti sono stati diversi e chissà ancora quanti se ne faranno, soprattutto per eliminare quei vincoli non naturali che di solito vengono propinati dal sistema di turno o anche dalla prepotenza altrui. Cosa c’è quindi da sottolineare o considerare fuori dallo schema qui evidenziato? Per rispondere a questa osservazione è necessario partire da un assunto universale che vale per tutti gli uomini della terra: Il Paradiso è per tutti.
Non a caso Cristo Gesù è venuto per ridare all’uomo quei diritti per i quali non si siano mai fatti scioperi o assemblee popolari, anche se la loro mancanza porti alla non redenzione dell’Umanità. Parliamo dei grandi diritti dell’uomo che non si approvano in parlamento da maggioranze omogenee o trasversali, ma che possono essere “rivendicati” alzando gli occhi al cielo e facendo della preghiera lo strumento più idoneo per sollecitarli.
L’essenziale è che ognuno si penta dei suoi errori, dei suoi peccati e provi convinto a cambiare vita. Il paradiso non è per una casta privilegiata, ma per ogni essere umano che crede e cerca il perdono di Dio. Ma quali sono questi diritti di cui nessuno potrà mai fare a meno, se vuole risanare ed equilibrare la sua vita interiore, con riflessi concreti nella quotidianità? Provo a fare un elenco essenziale, così come è stato fatto durante lo svolgimento di una catechesi su Zaccheo:
“Il diritto ad essere perdonato; il diritto ad essere amato; il diritto a poter sempre accedere alla casa del Padre, purché pentito e convertito; il diritto a cercare la verità; il diritto a potersi nutrire di sapienza e di grazia; il diritto all’elemosina in caso di bisogno; il diritto ad avere il vero Dio per Padre; il diritto a poter accedere a Cristo Signore, unico e solo mediatore di salvezza e di redenzione; il diritto a poter essere Chiesa del Dio vivente, cioè corpo di Cristo Gesù”.
Zaccheo, pubblicano ed esattore delle tasse, cercando il Signore e salendo sul sicomòro per superare la folla che lo seguiva riconquista i diritti perduti. Si salva dichiarando, per la prima volta, di voler operare giustizia nei confronti di coloro a cui aveva sottratto più del dovuto. La gente protesta per questo atto di misericordia da parte del Figlio dell’Uomo, ignorando che il diritto al perdono appartiene ad ogni essere umano.
Nessuno si può permettere di privare un qualcuno dalla misericordia di Dio nel momento in cui decide di riconoscere i suoi sbagli, al di là se li ripeterà ancora. La responsabilità nel salvarsi o meno è sempre personale. Dio comunque attende; guarda; è pronto ad accogliere. Il diritto a cercare la verità e il diritto di nutrirsi di grazia e di giustizia sono stati consegnati al cuore degli uomini, per farne buon uso e consentire al mondo di non affondare.
Niente meraviglia quindi per Zaccheo, perché il Signore è ogni giorno nella casa dei peccatori per strapparli da un vincolo inconcludente, a favore di un abbraccio celeste di luce e di misericordia. L’amore di Dio verso gli uomini non si esercita dal “palazzo blindato del cielo”. Ogni forma di fraternità e solidarietà sociale va sempre portata direttamente tra la gente, pena l’incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Lo sa anche la politica terrena quando, come sta succedendo in Europa, si vive troppo distanti dal cuore pulsante dei popoli governati.
La tenda del Signore è invece tra coloro che peccano, non certo per ammantare le loro trasgressioni o giustificarle, ma per aiutarli a liberarsi delle stesse, aprendo di fatto ad una possibile salvezza personale con riflessi positivi su ogni relazione messa in atto. Diventa necessario che ogni credente si adoperi, attraverso i suoi talenti e i suoi strumenti operativi, a far comprendere ad ognuno che il primo peccato da evitare, per sostenere il sano progresso delle nostre comunità, è la negazione e il rifiuto di Dio come Signore che domina ogni cosa.
Confutare questa verità inquina i rapporti umani dal di dentro e impedisce di portare tra le varie articolazioni collettive la buona novella, sempre frutto dell’incontro con il Padre della misericordia. La buona novella non è altro che il frutto del riconoscimento dei diritti qui elencati che sono struttura portante dell’essere umano in quanto tale, senza i quali ogni sana notizia rischierebbe di mancare del suo ossigeno vitale, imprescindibile nel sorreggere il cammino di redenzione da chiunque intrapreso.
Bisogna lavorare per un mondo dove nessun nuovo fariseo neghi la conversione ad un uomo, facendo comprendere che il cambiamento di fede personale è si un fatto singolare e privato, ma che i suoi riflessi concorrono positivamente in tutti campi pubblici a cui si è in grado di apportare il proprio contributo. Difendere i diritti che il Signore ha assicurato ad ogni individuo è perciò la cosa migliore da portare a compimento.
Anche quando non si riuscirà ad intervenire per lenire gli affanni quotidiani del prossimo più vicino, non bisognerà mai smettere di ricordare quali sono i suoi veri grandi diritti, aiutandolo se occorre nel preservarli o nel riconoscerli. Un modo fondamentale perché non manchi un giorno, anche per lui, il diritto al perdono e al paradiso!
Gesù Pantocratore, Cefalù / Wikimedia Commons - José Luiz Bernardes Ribeiro, CC BY-SA 4.0
Il più grande diritto dell'uomo: il Paradiso
Cristo è venuto per concederti non ciò che ha bisogno di approvazione parlamentare, bensì la via di santità che si compie con la preghiera