Il modello dei corridoi umanitari, lanciato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Tavola Valdese e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche italiane, è stato ora adottato anche dalla Conferenza Episcopale Italiana. Sarà proprio la Cei, infatti, in collaborazione con Caritas, Migrantes e con la stessa Sant’Egidio, a finanziare corridoi umanitari per 500 rifugiati sudanesi, attualmente fermi nei campi profughi in Etiopia.
“Stiamo aspettando la definizione di un protocollo d’intesa con i ministeri degli Esteri e dell’Interno – ha dichiarato al SIR don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – Siamo alle battute finali e non vediamo l’ora di cominciare per dare vita a questo desiderio condiviso. La Cei metterà a disposizione la cifra necessaria, a seconda dell’apporto che darà il governo. Speriamo di riuscire a renderli operativi entro la prossima primavera”.
Da parte sua, Daniela Pompei, responsabile migrazioni della Comunità di Sant’Egidio, ha confidato la speranza di “poter allargare questa esperienza ad altri Paesi europei”. La proposta è stata infatti avanzata anche “alla Conferenza episcopale della Polonia, in Francia e a Bruxelles”.
Al momento, grazie ai corridoi umanitari, sono stati accolti in Italia 421 profughi, in prevalenza siriani ma c’è anche qualche iracheno, mentre, conferma Pompei, “a fine novembre ne arriveranno altri 100”.
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Migranti: anche la CEI opta per i corridoi umanitari
In attesa di definizione un finanziamento per 500 profughi sudanesi, in collaborazione con Caritas, Migrantes e Sant’Egidio