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Santa Marta: “Tranquillità? Dio ci chiama ad essere inquieti!”

Durante l’omelia del mattino, papa Francesco ammonisce nuovamente i “cristiani tiepidi”, invitandoli a cambiare e a mettersi in ascolto di Dio “che bussa”

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Ancora una volta i “cristiani tiepidi” finiscono nel mirino di papa Francesco. Durante l’omelia del mattino alla Casa Santa Marta, il Pontefice ha tratto spunto dal noto passo dell’Apocalisse: “Poiché sei tiepido, non sei, cioè, né freddo, né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,16).
C’è, in molti cristiani, ha osservato il Santo Padre, una “tranquillità che inganna” e “senza consistenza”. In altre parole, un “tiepido” è qualcuno che “pensa di essere ricco” e di non aver “bisogno di nulla”, ha spiegato.
“Quando nell’anima di una Chiesa, di una famiglia, di una comunità, di una persona sempre tutto è tranquillo, lì non c’è Dio”, ha sottolineato il Papa.
“Per amore”, il Signore ‘bastona’ coloro che si sentono ricchi, definendoli “infelici e miserabili”, tuttavia, offre loro un’altra ricchezza. Nessuno di noi, ha proseguito Francesco potrà essere veramente appagato, perché è “buono” o fa “le cose bene”, perché Dio irrompe nelle nostre vite, per portare la “croce”, la “tempesta” e, comunque, sempre “qualche inquietudine nell’anima”.
Di qui il semiserio consiglio del Santo Padre: “Ti consiglio di comperare abiti bianchi, per vestirti, perché non appaia la tua vergognosa nudità: i tiepidi non si accorgono di essere nudi, come la favola del re nudo”, dove “è un bambino a dirgli: ‘Ma, il re è nudo!’”.
Per la loro stessa attitudine, i tiepidi “perdono la capacità di contemplazione, la capacità di vedere le grandi e belle cose di Dio”, il quale li invita a “svegliarsi” e a “convertirsi”. Per questo, ha detto il Pontefice, è essenziale prestare attenzione e “sentire quando il Signore bussa alla nostra porta”, per “portarci qualcosa di buono” ed “entrare da noi”.
Non tutti “non si accorgono quando bussa il Signore”, anzi, per molti di loro “ogni rumore è lo stesso”, eppure il Signore è sempre lì davanti a noi per “farsi invitare”, come avviene per Zaccheo (cfr. Lc 19,1-10), la cui “curiosità” è stata “seminata dallo Spirito Santo”.
Che sia per “invitarci” o per “farsi invitare”, il Signore “sta”, è sempre presente per dirci: “apri”, “svegliati” o “scendi”. La grazia da chiedere allo Spirito Santo è quindi quella di “saper discernere queste chiamate”, ha poi concluso papa Francesco.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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