Daily meditation on the Gospel

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Desiderio e compimento

Meditazione della Parola di Dio di martedì 15 novembre 2016 – XXXIII settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
È facile immaginare il disagio di Zacchèo, “capo dei pubblicani e ricco” e “piccolo di statura”: odiato per la sua professione, quand’anche l’avesse svolta abbastanza onestamente; e fatto oggetto di battute per la scarsa altezza, anche in un contesto dove la maggior parte delle persone non raggiungeva misure elevate… Il disagio non lo frena. «Corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro» (a Gerico ce n’è ancora uno). Il desiderio è più forte del disagio. È a quel desiderio che Cristo risponde.
Meditazione
Luca riporta il suo nome ma, per prima cosa – e la sottolineatura è tutt’altro che banale – dice che è “un uomo”. Era così anche per coloro che vedevano in lui il pubblico peccatore, l’odiato esattore delle tasse per conto dell’Impero romano? Questo mestiere, odioso già di per sé agli occhi dei sudditi, era reso ancor più odioso dal sistema della riscossione, che permetteva di essere ladri. Zacchèo ha fatto carriera e ha molte ricchezze, ma è un uomo insoddisfatto di sé, che non si chiude, però, nella tristezza, ma si spinge a “cercare”; il greco “ezetei” (in latino: “quaerebat”) è verbo che esprime non la banale curiosità, ma il vivo desiderio di una svolta. «Cercava di vedere chi era Gesù» – in greco, alla lettera: «Cercava di vedere Gesù, chi fosse». Evidentemente aveva sentito parlare di lui, della novità che egli rappresentava. Sperava in un incontro? Almeno di vederlo, sentire se dicesse qualcosa che corrispondeva alla sua attesa. La conclusione del brano – «Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» – è la chiave di lettura di tutta la vicenda. I peccatori pubblici, proprio dall’essere indicati a dito, esposti al pubblico biasimo, sono indotti – Gesù non ha mancato di sottolinearlo altre volte – a pensare alla loro vita; più facilmente di coloro che peccatori lo sono, ma i cui peccati rimangono nascosti. La prima ventata di novità, Zacchèo, salito per “vedere”, la sperimenta nel sentirsi guardato da Gesù, chiamato per nome, invitato a scendere e ad accogliere il Maestro in casa sua. “Scese pieno di gioia” e in casa, senza che Gesù gli chiedesse qualcosa, prese la sua decisione… “Oggi la salvezza – due parole chiave nel Vangelo lucano – è entrata in questa casa perché anch’egli è figlio di Abramo”. È l’amore a suscitare la conversione. Ogni giorno si può ricominciare.
Preghiera:
Quante volte mi hai perdonato, Signore! Sono davanti a te a riconoscerlo: non umiliato, ma umile davanti al tuo dono. Che io ne abbia coscienza sempre più viva. Che dal tuo amore offerto in anticipo io riparta quando, insoddisfatto di me, cerco il cambiamento. Tu sei l’Amore misericordioso che cambia la vita!
Agire:
Passo in rassegna i miei desideri e cerco quelli la cui realizzazione mi porta a vivere da discepolo di Cristo. Gli altri li elenco per chiedere al Signore di “raddrizzarli”.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de Goti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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