Una sfida difficile ma “non impossibile”: contrastare le malattie rare e neglette. Questo è l’obiettivo della XXXI Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Umanitari, che si conclude oggi presso l’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano.
Per l’occasione papa Francesco ha inviato un messaggio di saluto ai partecipanti al congresso, indirizzato al segretario del dicastero, monsignor Jean-Marie Mupendawatu, con un “grato pensiero alla memoria del compianto fratello nell’episcopato, S.E. Mons. Zygmunt Zimowski, già Presidente del Dicastero, tornato alla Casa del Padre nel luglio scorso”.
Lo studio delle malattie rare e neglette, ha osservato il Santo Padre, implica vari aspetti che vanno “da quello medico-epidemiologico a quello socio-politico, dal versante economico a quello giuridico-etico”. Al tempo stesso la Conferenza si propone di rilanciare “linee praticabili di intervento in questo particolare scenario medico-sanitario, avendo come valori fondanti il rispetto della vita, della dignità e dei diritti dei malati, insieme con l’impegno accogliente e solidale” e il “sincero amore” per il paziente affetto dalla malattia rara o negletta.
Se da un lato, ha rilevato il Pontefice, sono nel mondo circa 400 milioni gli affetti da malattie rare, “lo scenario delle malattie neglette è ancora più drammatico, perché riguardano oltre un miliardo di persone”, sono “di natura infettiva” e diffuse per lo più “tra le popolazioni più povere del mondo”, dove mancano i servizi sanitari fondamentali e sono carenti le “condizioni igienico-alimentari, abitative e sociali”.
Si tratta dunque, ha proseguito il Papa, di “una sfida immane ma non impossibile” che richiede un impegno su “scala globale” che coinvolga “autorità politiche e sanitarie internazionali e nazionali, operatori sanitari, industria biomedica, associazioni di cittadini/pazienti, volontariato laico e religioso”.
Di seguito, Francesco ha elaborato alcune considerazioni, a partire dal fatto che “se la persona umana è il valore eminente”, a maggior ragione chi soffre per una malattia “rara” o “negletta”, “merita senza alcuna esitazione ogni impegno per essere accolta, curata e, se possibile, guarita”.
Ciò implica una “sapienza del cuore” ed “un approccio integrato e attente valutazioni di contesto finalizzate alla pianificazione e alla realizzazione delle strategie operative, così come al reperimento e alla gestione delle ingenti risorse necessarie”, a beneficio di quelle che il Papa ha definito le “periferie non solo esistenziali ma anche assistenziali del mondo”.
È anche per questo che la Chiesa – anche per mezzo della XXXI Conferenza internazionale degli Operatori Sanitari – ha messo in campo una “vera e propria opera di misericordia” con tre scopi: “informare, per fare il punto sullo stato delle conoscenze sia scientifiche sia clinico-assistenziali; curare meglio in una logica accogliente e solidale la vita del malato; custodire l’ambiente nel quale l’uomo vive”.
Inoltre, proprio perché la malattie rare hanno spesso cause non solo “genetiche” ma anche dovute all’“ambiente inquinato”, Bergoglio ha posto “l’accento sull’assoluta importanza del rispetto e della custodia del creato, della nostra casa comune”.
Una seconda considerazione del Santo Padre ha riguardato il tema della Chiesa “in uscita”, che – anche nel caso delle malattie rare e neglette – si fa “ospedale da campo” per gli emarginati di “ogni periferia esistenziale, socio-economica, sanitaria, ambientale e geografica del mondo”.
Il Pontefice ha infine riflettuto sul tema della “giustizia”, che rimanda ai tre principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, più che mai validi anche in campo sanitario: la “socialità”, che rimanda al bene comune, quindi alla “salute collettiva”, la “sussidiarietà” e la “solidarietà”.
In conclusione, il Papa ha esortato ai partecipanti al congresso a prodigarsi con “rinnovato slancio e generosa dedizione verso i malati” e a mantenere “una instancabile tensione verso il maggiore bene comune in campo sanitario”.
Foto: Medici con l'Africa - Cuamm
Papa: “Per le malattie rare serve la sapienza del cuore”
Il messaggio di Francesco in occasione della XXXI Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Umanitari