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Gran Bretagna. Card. Nichols chiede perdono per adozioni forzate dal '45 al '76

Mezzo milione di bambini furono sottratti alle ragazze madri, spesso con la complicità di organizzazioni religiose anche cattoliche

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Un episodio oscuro nella storia britannica, poco noto alle giovani generazioni, è stato oggetto di una inaspettata richiesta di perdono. A tornare sull’argomento è stato il cardinale arcivescovo di Westminster, presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, in un documentario dal titolo Lo scandalo delle adozioni in Gran Bretagna, in onda domani sull’emittente ITV, in cui si rievoca la pratica delle adozioni forzate, con cui, nel trentennio 1945-1976, migliaia di ragazze madri si videro sottratti i loro bambini.
Secondo quanto riferisce il cardinale Nichols, “la Chiesa Cattolica comprende e riconosce le sofferenze causate” da questa consuetudine che rifletteva “i valori sociali di quel tempo”, a volte, mancando “di compassione e sensibilità”. Pertanto il primate cattolico inglese ha chiesto scusa a nome della Chiesa “per il dolore e per il danno provocato da alcune agenzie legate a istituti religiosi”.
Le dichiarazioni di Nichols arrivano a ridosso della sollecitazione di un inchiesta da parte dell’avvocato Carolyn Gallwey, indirizzata al ministro dell’Interno, Ambra Rudd, per l’apertura di un’inchiesta sui casi di adozioni forzate, le quali, a detta della Gallwey, venivano persuase a non raccontare nulla di quanto loro successo.
Nel trentennio 1945-1976 furono circa mezzo milione le adozioni forzate -dovute all’applicazione di una legge allora vigente – con la complicità di molte organizzazioni cattoliche ed anglicane. Anche l’Irlanda ha vissuto un dramma analogo, per il quale nel 2014 è stata aperta un’inchiesta, a seguito della scoperta di una fosse comune a Tuam, nella contea di Galway, con i corpi di 796 bambini.

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ZENIT Staff

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