Tanti palloncini gialli con la scritta in nero “amnistia” hanno colorato la grigia domenica romana nel giorno del Giubileo dei Carcerati. Un corteo partito dal carcere di Regina Coeli è passato anche sotto la finestra del Palazzo Apostolico, da cui a mezzogiorno si è affacciato Papa Francesco per pronunciare l’Angelus. A lui, oltre che allo storico leader radicale Marco Pannella, è stata intitolata questa “Marcia per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà”.
Tra i tanti fedeli presenti in piazza per ascoltare il Pontefice, c’era anche Paola Binetti, parlamentare di Area Popolare. Da politica, ha posto particolare attenzione all’appello di Bergoglio a “un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento”.
Del resto – commenta la Binetti – “che Giubileo della Misericordia sarebbe, se noi non fossimo capaci di gesti di clemenza?”. La deputata cattolica ricorda che tutto il pontificato di Francesco, specie in questo Giubileo, è stato “puntellato” da opere concrete di misericordia.
Tuttavia la Binetti osserva che “il tema si fa complicato quando il gesto di clemenza interpella l’intero Parlamento e chiede un’amnistia o un indulto, ossia misure concrete atte a restituire una libertà a persone che stanno scontando una pena”.
Le sue parole fanno eco a quelle del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che commentando a caldo l’appello del Papa, ha sottolineato come “la praticabilità politica di un provvedimento di clemenza è ardua”, giacché per approvare l’amnistia occorrono i due terzi del Parlamento.
La Binetti non nasconde il suo auspicio che in futuro possano attuarsi le condizioni per votare un provvedimento di tal risma. Ci tiene però a fare delle precisazioni. Spiega che “una delle argomentazioni dietro alle quali vanno trincerandosi gli oppositori dell’amnistia è che l’ultima volta che questo provvedimento è stato attuato (nel 2006 dall’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, ndr), la stragrande maggioranza delle persone che ne ha beneficiato è poi tornata in carcere”.
Secondo la Binetti, questa diffusa recidività è da attribuire al fatto che “i detenuti non erano stati preparati adeguatamente”. Di qui la necessità – prosegue – di far tesoro delle parole del Papa svolgendo in primo luogo “un’opera pedagogica per restituire ai detenuti la propria dignità” e gettare così le basi di una loro responsabilizzazione finalizzata al rispetto delle regole una volta usciti di galera.
Ma cosa sta facendo il Parlamento per attuare questa “umanizzazione delle carceri” propedeutica, secondo la Binetti, a un’amnistia o a un indulto? “In questa legislatura – risponde la parlamentare – sono state proposte misure per finanziare il lavoro nelle carceri, per incentivare attività di teatro che ha non solo un valore ludico ma anche di riflessione”. Inoltre – aggiunge – “si sta facendo in modo che i detenuti a cui mancano tempi brevi possano beneficiare di permessi per reinserirsi gradatamente nella società”.
Non è stato calendarizzato, invece, alcun disegno di legge sull’amnistia, provvedimento invocato dai partecipanti alla Marcia di domenica scorsa, a cui ha deciso di dare la propria adesione anche la Binetti.
La presenza di cattolici a quella iniziativa, lo sventolare di bandiere con il simbolo dei radicali in Piazza San Pietro sono stati motivo di qualche polemica nei giorni scorsi. Alla diatriba si sottrae però la Binetti, affermando che “è un falso problema”. D’altronde – ricorda – l’unico disegno di legge sull’amnistia presentato alla Camera in questa legislatura porta la firma del cattolico Mario Marazziti.
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Amnistia e umanizzazione delle carceri: l'impegno dei cattolici
L’on. Binetti parla della sua adesione alla Marcia di domenica dei radicali per la dignità dei detenuti e commenta le parole del Papa all’Angelus