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Nessuno può servire due padroni

Meditazione della Parola di Dio di lunedì 7 novembre 2016 – XXXII settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Gesù continua il discorso sull’uso del denaro che è una delle grandi tentazioni dell’uomo. La parola di Gesù è inesorabile: «Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». L’uomo deve decidersi: o Dio o mammona. Quindi, o Dio o un idolo; o la ricerca del denaro o la ricerca di Dio; o il materialismo o la religione.
Meditazione
Dio è uno e unico. La vita o è adorazione di Dio o è danza intorno al vitello d’oro. O l’uomo possiede Dio Signore o è posseduto dal denaro. La sua esistenza sarà o servizio di Dio o schiavitù del denaro. I farisei la pensano diversamente: «Si facevano beffe di lui». È loro convinzione che esigere di doversi decidere per Dio o per il denaro sia un ingenuo fanatismo. Può parlare così solo uno che non conosce il mondo e gli uomini. Voler rinunciare al denaro per amore di Dio può essere l’ideale di un ingenuo sognatore. I farisei, invece, vedono dietro le quinte della vita. Si sono decisi per un compromesso: serviranno tanto Dio quanto il denaro. Vogliono farsi una vita comoda e per questo hanno bisogno di denaro. Tuttavia vogliono passare nello stesso tempo per persone pie e religiose. Questo è, secondo la loro convinzione, il colmo della furberia. Così deve agire chi vuol riuscire nella vita. Bisogna puntare su tutte e due le carte. In questo modo si ha la terra e il paradiso, si guadagna Dio e si guadagnano gli uomini. Ma Gesù la pensa diversamente: «Non potete servire Dio e la ricchezza». Se l’uomo non è distaccato dall’interesse, il maneggiare soldi diventa una tentazione da cui si difende male. Allora, da padrone o amministratore può finire schiavo del denaro, pessimo tiranno che non lascia nessuna libertà, neppure quella di servire Dio. In varie occasioni Gesù ha detto che è molto difficile per i ricchi salvarsi. Molto spesso, infatti, la ricchezza genera superbia e durezza di cuore verso il prossimo. È raro trovare un ricco umile. È umile nelle ricchezze e negli onori soltanto chi, comprendendone la vanità, fonda la sua vita in Dio e si ritiene anche amministratore dei beni che la Provvidenza gli ha affidato, perché ne faccia parte ai fratelli bisognosi.
Preghiera
«O Signore, fa che io comprenda quale grande pace e sicurezza ha il cuore che non desidera cosa alcuna di questo mondo. Infatti, se il mio cuore brama di ottenere i beni terreni, non può essere né tranquillo né sicuro, perché cerca di avere quello che non ha o di non perdere quello che possiede» (san Gregorio Magno). 
Agire
Cerchiamo di servirci dei beni che abbiamo per aumentare il nostro amore verso Dio. Dividiamo oggi qualcosa che abbiamo con qualche nostro fratello o sorella che ha bisogno del nostro aiuto.
Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de Goti, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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