“La paura fa parte della natura umana. L’uomo è fatto anche di paura di fronte al nuovo e allo sconosciuto, tanto più davanti a fenomeni di cui non si misurano le dimensioni e su cui qualcuno alimenta la paura”. Lo ha dichiarato al Corriere del Veneto il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, in occasione del Congresso annuale dei Medici con l’Africa Cuamm, che si è svolto ieri a Padova. All’evento, che ha voluto fare il punto sul piano “Prima le mamme e i bambini” dedicato alle partorienti e ai neonati di Angola, Etiopia, Tanzania e Uganda, era presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il porporato – che torna “sempre volentieri” in Veneto (è originario di Schiavon, in provincia di Vicenza) – ha fatto sue le parole pronunciate da Papa Francesco nell’incontro di ieri pomeriggio con i Movimenti Popolari: “Dobbiamo lottare contro la paura, la paura è la peggiore consigliera, per cui non bisogna prendere le decisioni sotto l’effetto della paura”, ha affermato.
“Occorre avere un atteggiamento di apertura nei confronti di chi sta peggio di noi – ha detto il Segretario di Stato – tenendo conto che l’altra parte fondamentale è l’integrazione e il Papa l’ha spiegato molto bene. Dobbiamo lavorare su queste due direttrici, insieme ad altri aspetti che vanno tenuti in considerazione, per cercare anche di eliminare le cause di queste migrazioni forzate, permettendo a quei Paesi sviluppo e risposte adeguate”.
Il cardinale ha quindi evidenziato l’importanza del lavoro dei Medici del Cuamm che, “in un mondo lacerato da tanti conflitti”, lavorano gratuitamente per questo tipo di attività. “Mi piace sottolineare che la radice del Cuamm nasce dal Vangelo e dalle parole di Gesù ‘Andate e curate gli ammalati’ – ha detto – il Vangelo ci insegna ad essere attenti a tutti gli ammalati e a coloro che sono nel bisogno, l’augurio è che si continui ad attingere a questa radice nell’opera che si sta facendo nel mondo”.
Riflettendo sulla crescita di quel fenomeno identificato dal Papa come “globalizzazione dell’indifferenza” da parte della popolazione mondiale verso i più poveri, il porporato ha poi sottolineato: “Credo che tutti conosciamo l’insistenza con cui Papa Francesco parla e lotta contro la cultura dell’indifferenza e dell’assuefazione, per la quale non ci rendiamo conto di quelli che soffrono anche se ci stanno intorno. Bisogna guardare a ogni uomo e persona con gli occhi della fraternità, a fare un’alleanza di fraternità nel mondo che si occupi dei poveri e tra i poveri”. In tal senso, “il Cuamm – ha concluso Parolin – è un esempio molto concreto di impegno contro l’indifferenza”.