Angelus 30 August 2015

Angelus (30/08(2015) - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Angelus: "La resurrezione non è per pochi privilegiati, è per tutti"

Dopo la preghiera mariana, il Papa rammenta la beatificazione di ieri dei 38 martiri albanesi e plaude all’Accordo di Parigi sul clima

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Il mistero della resurrezione è stato il filo conduttore della catechesi di Papa Francesco, prima della recita dell’Angelus in piazza San Pietro. Il Pontefice trae spunto dal Vangelo odierno, in cui Gesù si confronta con alcuni sadducei che non credevano nella risurrezione e concepivano il rapporto con Dio solo nella dimensione della vita terrena, e afferma: “I ‘figli del cielo e della risurrezione’ non sono pochi privilegiati, ma sono tutti gli uomini e tutte le donne, perché la salvezza portata da Gesù è per ognuno di noi”.
“La vita dei risorti sarà simile a quella degli angeli, cioè tutta immersa nella luce di Dio, tutta dedicata alla sua lode, in un’eternità piena di gioia e di pace”, sottolinea il Santo Padre. Ma attenzione – ammonisce – “la risurrezione non è solo il fatto di risorgere dopo la morte, ma è un nuovo genere di vita che già sperimentiamo nell’oggi; è la vittoria sul nulla che già possiamo pregustare”.
“La resurrezione è il fondamento della fede cristiana”, ribadisce il Pontefice, perché “se non ci fosse il riferimento al Paradiso e alla vita eterna, il cristianesimo si ridurrebbe a un’etica, a una filosofia di vita. Invece il messaggio della fede cristiana viene dal cielo, è rivelato da Dio e va oltre questo mondo”. Pertanto “credere alla risurrezione è essenziale, affinché ogni nostro atto di amore cristiano non sia effimero e fine a sé stesso, ma diventi un seme destinato a sbocciare nel giardino di Dio, e produrre frutti di vita eterna”.
Come spiega infatti Cristo stesso nel Vangelo, “in questo mondo viviamo di realtà provvisorie, che finiscono; invece nell’al di là, dopo la risurrezione, non avremo più la morte come orizzonte e vivremo tutto, anche i legami umani, nella dimensione di Dio, in maniera trasfigurata”. “Anche il matrimonio, segno e strumento dell’amore di Dio in questo mondo, risplenderà trasformato in piena luce nella comunione gloriosa dei santi in Paradiso”, dice Francesco.
E conclude pregando la Vergine Maria, “Regina del cielo e della terra”, affinché “ci confermi nella speranza della risurrezione e ci aiuti a far fruttificare in opere buone la parola del suo Figlio seminata nei nostri cuori”.
Dopo la catechesi, al termine della preghiera mariana, il Papa ricorda l’entrata in vigore, due giorni fa, dell’Accordo di Parigi sul clima del Pianeta. “Questo importante passo avanti – afferma – dimostra che l’umanità ha la capacità di collaborare per la salvaguardia del creato, per porre l’economia al servizio delle persone e per costruire la pace e la giustizia”. Per l’attuazione di tale Accordo comincerà domani a Marrakech, in Marocco, una nuova sessione della Conferenza sul clima. Francesco auspica quindi “che tutto questo processo sia guidato dalla coscienza della nostra responsabilità per la cura della casa comune”.
Salutando poi i pellegrini delle diverse nazionalità, dopo un appello per i detenuti nell’Anno della Misericordia, il Pontefice rammenta la beatificazione avvenuta ieri a Scutari, in Albania, dei 38 martiri – due vescovi, numerosi sacerdoti e religiosi, un seminarista e alcuni laici – “vittime della durissima persecuzione del regime ateo che dominò a lungo in quel Paese nel secolo scorso”. “Essi – dice – preferirono subire il carcere, le torture e infine la morte, pur di rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa. Il loro esempio ci aiuti a trovare nel Signore la forza che sostiene nei momenti di difficoltà e che ispira atteggiamenti di bontà, di perdono e di pace”.
 
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ZENIT Staff

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