A Napoli, convegno su Ludovico d'Angiò che rinunciò al trono per diventare francescano

Organizzato dalla Seconda Università degli Studi di Napoli e dall’Antonianum, il convegno ha approfondito il mondo del francescanesimo partenopeo

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La Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù dei frati Minori ha collaborato alla organizzazione del convegno internazionale Da Ludovico d’Angiò a San Ludovico di Tolosa: i testi e le immagini, svoltosi presso il Complesso di S. Chiara di Napoli e il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Seconda Università degli Studi di Napoli, presso Santa Maria Capua a Vetere.
Organizzato dal succitato dipartimento partenopeo assieme alla Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università ‘Antonianum’ in Roma, l’incontro di studio da giovedì 3 novembre a sabato 5 novembre ha approfondito la vicenda del figlio primogenito di Carlo d’Angiò che rinunciò alla successione al trono per diventare francescano; eletto vescovo di Tolosa morì poco dopo circondato dalla fama di santità.
Canonizzato da papa Giovanni XXII nel 1317, san Ludovico assieme a San Francesco d’Assisi e sant’Antonio di Padova costituì l’inizio di una schiera di santi e beati francescani che è andata accrescendosi lungo i secoli. Il convegno ha anche aperto diverse piste di ricerca del variegato mondo francescano partenopeo e delle origini della Custodia di Terra Santa che ebbe come promotori proprio il fratello di san Ludovico, Roberto, assieme alla moglie, la regina Sancia.
Il desiderio è che tale convegno che ha visto la sinergia di diverse istituzioni diventi l’inizio di una serie di iniziative volte a studiare e divulgare il francescanesimo napoletano che se ebbe all’inizio una figura d’eccellenza come san Ludovico lungo i secoli ha visto frati di grande importanza storica ed ecclesiale come il padre Carlo da Castorano – i cui scritti ancora inediti sono fondamentali per comprendere la questione dei riti cinesi – e p. Ludovico da Casoria, coeva della beata Maria Cristina di Savoia che è sepolta proprio nella Basilica di Santa Chiara in Napoli.
E in questo “albero francescano” di santità partenopea ebbe modo di posarsi anche il Beato Raimondo Lullo che con i suoi numerosi viaggi tesse una singolare e ancora attuale rete tra le sponde del Mediterraneo (cfr. S. Muzzi, Raimondo Lullo. Opere e vita straordinaria di un grande pensatore medievale, Milano 2016).

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ZENIT Staff

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