Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (Twitter: ©acs_italia)

Albania: sugli altari 38 eroi del perdono

Il card. Amato presiede la cerimonia di beatificazione a Scutari. Una pagina tragica della storia di un Paese vessato dalla dittatura comunista, dopo la quale la Chiesa è tornata risplendere più forte di prima

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Una beatificazione che avviene nel segno della tribolazione e del perdono. Con questo spirito si è svolta oggi presso la cattedrale di Scutari, la cerimonia che ha elevato agli altari, 38 martiri albanesi, tutti vittime del regime comunista durante il secolo scorso, istauratore del primo stato legalmente ateo della storia.
“Di fronte al genocidio religioso della dittatura comunista del secolo scorso l’atteggiamento dei cattolici è quello di ricordare e perdonare”, ha dichiarato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
I nuovi beati, ha osservato il porporato, con i loro “supplizi”, consegnano “una pagina tragica della storia europea”, che vive i passaggi della “tribolazione”, del “martirio” e della “glorificazione”.
Non fu facile per i martiri albanesi: nell’“umiliazione” e nel “sangue” arrivarono a chiedersi “dove fosse Dio” ma furono loro stessi a rispondersi che “il Signore era con loro”; ricordarli “serve per rafforzare l’invito di Gesù a perdonare i nemici, anzi ad amarli e a pregare per i persecutori”, non mostrando “atteggiamenti di odio, di rancore e di divisione, ma sentimenti di amore, di fraternità e di concordia”.
La testimonianza di questi 38 fedeli è il dono della Chiesa “al popolo albanese, affinché viva con animo riconciliato la convivenza con i fratelli”; una Chiesa che, ha sottolineato il cardinale Amato, finita la persecuzione “è rinata più splendente di prima”. Nell’emergenza dell’oppressione dittatoriale, in mancanza di sacerdoti, furono i genitori a battezzare i figli, a istruirli nella fede, a benedire i matrimoni.
Sotto la dittatura, gli albanesi impararono a recitare sempre più il rosario, celebrando il Natale e la Pasqua in clandestinità, e, non potendo andare in chiesa, “visitavano i musei per contemplare i crocifissi e le immagini sacre”.
L’odio laicista era così accanito che ai bambini era vietato di usare a scuola i loro veri nomi cristiani, mentre l’unico luogo sicuro per leggere la Bibbia erano le abitazioni private. Soltanto nel 1990, dopo il crollo del comunismo, la gente tornò ad augurarsi “Buona Pasqua”.
Tra i martiri uccisi dal regime comunista tra il 1945 e il 1974, e oggi beatificati, figurano due vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 francescani e 3 gesuiti, un seminarista e 4 laici. Tra questi, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha menzionato la figura di mons. Francesco Gjini, “arrestato, accusato di propaganda anti-comunista, torturato e ridotto alla fame e alla sete fino allo sfinimento. Appeso a un albero nel cortile dell’Agenzia della Sicurezza, fu bastonato e lasciato cadere nella fogna. Fu infine giustiziato insieme ad altri 18 tra sacerdoti e laici”.
Mentre, però “i persecutori si dissolvono come tante ombre nere – ha commentato il porporato – che si perdono per sempre nell’oscurità di un oblio eterno, i martiri sono fiaccole di luce che risplendono nel cielo dell’umanità”.
Il cardinale Amato ha quindi rievocato i vari passaggi del ritorno della libertà religiosa: il 4 novembre 1990, la messa celebrata il 4 novembre 1990 nella cappella del cimitero di Scutari con la partecipazione di cinquantamila fedeli; il 25 aprile 1993, la benedizione, da parte di San Giovanni Paolo II della prima pietra del santuario della Madonna del Buon Consiglio, protettrice dell’Albania.
Nelle sue tribolazioni, che nell’Europa moderna non hanno eguali, la chiesa albanese si è dimostrata come “una quercia secolare, che non si lascia scuotere dai venti e dalle tempeste della storia, ma resta salda ben radicata nella fede in Cristo”, ha poi concluso Amato, ricordando la recente creazione a cardinale di don Ernest Simoni, un sopravvissuto alla persecuzione comunista, che riceverà la berretta rossa dalle mani di papa Francesco il prossimo 19 novembre.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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