Daily meditation on the Gospel

Pixabay CC0 - PD

Lasciamoci sorprendere da Dio

Meditazione della Parola di Dio di giovedì 3 novembre 2016 – XXXI settimana del Tempo Ordinario

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura
Fra pochi giorni si chiuderanno le Porte Sante, ma non può concludersi l’esperienza che abbiamo vissuto: «Un Anno Santo – ci ha detto papa Francesco – per vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. Lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore». In questa pagina di Luca, troviamo le splendide parabole della “pecorella smarrita” e della “dracma perduta”; seguirà quella del “padre che aveva due figli”. Ma l’inizio non è una parabola raccontata: Gesù accoglie “tutti i pubblicani e i peccatori che si avvicinavano a lui per ascoltarlo”.
Meditazione
Pubblicani e peccatori, perché si avvicinano a Gesù? Qualcuno è andato a cercarlo Egli stesso (Levi, ad esempio), ma in effetti il Maestro è stato cercato dalla maggior parte. Ad attirarli è l’atteggiamento di Gesù, evidente nella novità di cui era carico il suo parlare; evidente, ancor più, nel modo in cui Egli accoglieva coloro che lo avvicinavano… Le due parabole raccontate da Gesù, quei pubblicani e peccatori le hanno udite con i loro orecchi. «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?». La risposta che potevano dare, sulla base della loro esperienza, è: “probabilmente, solo tu!”. «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente?». Sì, forse una moneta su dieci ci si può impegnare a cercarla e, più ancora, un figlio su due… Ma quel che capivano è che a lui non bastava né il cinquanta, né il novanta, né il novantanove per cento! E che ognuno per lui è un valore infinito. E che si sia perduto per colpa propria, per colpa altrui, per fragilità o distrazione non è la prima cosa da prendere in esame. La prima cosa è che bisogna andarlo a cercare, riportarlo a casa, poiché non è felice nel deserto o nel campo dei porci… Aiutarlo a cambiare è la seconda, ma dopo che è stato ritrovato. La misericordia è fedeltà al valore della persona. La ricerca è la passione per la sua felicità. Di qui la festa. «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Siamo mossi da questa misericordia? Che cos’è la missione, se non una misericordia che si fa ricerca?
Preghiera
È il tuo Cuore, Gesù, che ci insegna ad amare. “Imparate da me – tu dici – che sono mite ed umile di cuore”. Attiraci al tuo Cuore perché impariamo da te che cos’è l’amore. L’Anno Santo della misericordia lasci in noi una traccia profonda. Cercare la vera felicità dei fratelli sia la nostra passione.
Agire
Guardo il volto sindonico di Cristo, mi lascio guardare da quegli occhi socchiusi. E sotto a questo sguardo ripenso a tutte le volte che Gesù mi ha riportato a casa.
***
Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, Vescovo di Ivrea, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it.  
 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione