Juan de Flandes - Resurrezione di Lazzaro

Juan de Flandes - Resurrezione di Lazzaro

La vera vita

Meditazione quotidiana sulla parola di Dio – Gv 11,19-27

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Lettura
All’inizio del capitolo 11, l’evangelista Giovanni introduce così il racconto: «Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato». Gesù si trova al di là del Giordano quando le due sorelle gli mandano a dire che il suo amico è gravemente ammalato, ma egli sosta altri due giorni prima di recarsi da loro. Attende affinché quanto accade sia segno, non di morte, ma della “gloria di Dio”. I rapporti con i Giudei erano deteriorati al punto che essi avevano cercato di ucciderlo, ma nonostante ciò Gesù si mette in cammino.
Meditazione
Lazzaro è morto: non resta che il pianto e i vani tentativi di consolazione degli amici e dei vicini. Il brusio della folla annuncia l’arrivo di Gesù. Senza esitazione Marta gli va incontro. E, se agli occhi degli altri, l’arrivo del Maestro è tardivo, lei in cuor suo sa che Gesù può capire il suo dolore. Nell’uscire di casa ad accogliere l’amico, essa rivela la sua forza e la sua fiducia nel Maestro. Pur non avendo ancora compreso in pieno il suo messaggio, si affida, chiede, più che per ottenere, per meglio ascoltare e comprendere. Conosce il Maestro, sa che ha parole di vita e non di consolazione rassegnata. Nulla è impossibile a Gesù, soprattutto per coloro che hanno piena fiducia in lui. E nonostante la sua attenzione fosse spesso rivolta più alle faccende che alle parole, Marta ora è chiamata ad uscire dalla casa del pianto e ad accogliere gli insegnamenti del Maestro, a fidarsi ciecamente di lui. Riecheggiano ancora l’affermazione e la domanda di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Marta risponde come forse solo Pietro, illuminato dallo Spirito Santo, poteva rispondere: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Il dialogo con Gesù mette alla prova; porta a verificare fino a che punto abbiamo fede in lui, ad uscire dal recinto del proprio dolore, a liberarsi per accogliere la novità che viene a portare il Figlio dell’uomo, il quale è Via, Verità e Vita, soprattutto quando gli eventi dell’esistenza vorrebbero sottometterci al peso della rassegnazione. Gesù chiede di credere in lui, come il Cristo, il Figlio di Dio, perché in lui e con lui risorgeremo.
Preghiera:
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce (dal Salmo 33).
Agire:
Pregherò per i defunti, specialmente per coloro che hanno più bisogno di misericordia.
***
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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