Cardinale Angelo Bagnasco - Flickr

Card. Bagnasco: "Il nostro cuore, posto in quello di Dio, è capace di fare l'impossibile"

Nell’omelia della Messa celebrata a Lagiewniki il presidente dei vescovi italiani ha parlato dell’amore incommensurabile che riversa Gesù su di noi

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La capacità di amare. Nell’omelia della Messa con i giovani italiani al Santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki, a Cracovia, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiano, si sofferma su questo aspetto che emerge dalle Letture odierne.
“Esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la meta della vostra fede: la salvezza delle anime”. Nella Lettera di San Pietro emerge l’obiettivo principale di ogni fedele, che è salvare la propria anima. L’Arcivescovo di Genova ricorda che “la tentazione è quella di rincorrere ciò che luccica, di vivere assonnati in una bolla virtuale che promette molto ma toglie tutto, anche la dignità. Il rischio è quello di credere che per essere felici si debba fare ciò che si vuole; credere che la libertà sia assenza di vincoli e regole, come il giovane della parabola che lascia la casa del padre e si ritrova triste, senza volto”.
La consapevolezza che si tratta tuttavia di illusioni pone dunque queste domande: “Ho a cuore la salvezza dell’anima? E per questa opero con fede?”.
In questo orizzonte si pone anche una seconda frase estratta dalla lettera di Pietro: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi”. Bagnasco sottolinea il “segreto dell’amore” svelata da Cristo: “I comandamenti del Signore non sono vincoli di schiavitù, ma parole d’amore e quindi di libertà; non sono parole di oppressione, ma di liberazione; non pesi di tristezza ma ali di gioia, di gioia piena. Certo, sono impegnativi, ma l’amore richiede sempre impegno e concretezza, altrimenti è un soffio di vento, un inutile battito d’ali”.
Proprio l’amore è il filo rosso che porta al passaggio del Vangelo “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Il presidente dei vescovi italiani ricorda che “Gesù ci invita all’amore vicendevole, all’amore fraterno. L’amore che Gesù ci comanda non nasce da simpatie personali o da sintonie di idee e di sensibilità: Egli ci porta ad un altro livello, più in alto. Ci porta in un altro mondo! Oh, se respirassimo di più questo mondo nuovo: è quello che Gesù ha iniziato, che continua attraverso i suoi discepoli fino ai confini della terra, e che in questa Eucaristia realmente si anticipa”.
Amore di Gesù che è anche il tema dell’ultimo passaggio citato da Bagnasco: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Si tratta, ha sottolineato il presule, di un amore “diverso da quello solamente umano” che “sgorga non da noi, ma da Lui che ama noi e ci rende capaci del suo amore, fino a morire per gli altri”.
Di qui l’insegnamento a “servire i fratelli senza farlo pesare, con la tenerezza di Betlemme, ma anche di amare il prossimo nella verità, con il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, consapevoli che tutti dobbiamo invocare la misericordia di Dio”. Secondo il card. Bagnasco “non si tratta di fare miracoli, ma di lasciare che il Signore li compia servendosi di noi, del nostro piccolo cuore che, posto in quello di Dio, diventa capace anche dell’impossibile”.

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ZENIT Staff

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