Le immagini di Giovanni Paolo II e di Santa Faustina Kowalska campeggiano in ogni angolo di Cracovia. I volti dei due Santi patroni della XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, raffigurati su bandiere appese in ogni semaforo o lampione, sembrano vegliare sulle migliaia di ragazzi e ragazze che cominciano ad affollare, giorno dopo giorno, la quieta cittadina polacca che da poco più di un ventennio si è affacciata all’Occidente.
Uno sviluppo evidente nelle zone centrali della città con bar, ristoranti e negozi dal respiro internazionale che sorgono ai piedi dell’antica Basilica di Santa Maria che, con le sue imponenti torri campanarie, troneggia nel pieno centro della Piazza del Mercato, dichiarata nel ’78 dall’Unesco ‘Patrimonio dell’Umanità’. Uno sviluppo che va via via scemando appena ci si sposta verso la campagna, dove lungo le autostrade – alcune interrotte da semafori – si possono ancora intravedere delle izbe, case interamente costruite in legno con i loro tetti di paglia e le persiane dipinte con colori vivaci, da cui escono donne che indossano i tradizionali abiti contadini.
Alcune di queste girano pure per la città in attesa di salire su uno dei caratteristici e puntualissimi tram elettrici, affiancandosi a giovani e belle ragazze che circolano invece in bicicletta o sui rollerblade lungo i viali alberati o tra le viuzze in cui i negozi di abbigliamento si alternano ai chioschi di pretzel e le botteghe con souvenir in ottone e ceramica agli alkohol sklep, le botteghe che rivendono alcolici.
Tutte si mostrano disponibili ad offrire indicazioni a turisti e pellegrini. Gli oltre 700mila abitanti di Cracovia, d’altronde, sono abituati ad ospitare tanta gente: secondo le stime, sono oltre 8 milioni i visitatori che ogni anno visitano la città di cui Karol Wojtyla fu arcivescovo dal 1964 al 1978. Insieme a Czestochowa, essa è tra le mete turistiche più ambite della intera Polonia, nonché il suo principale centro culturale, artistico e universitario che vanta anche un Ateneo tra i più antichi d’Europa come l’Università Jagellonica.
Due milioni di persone si attendono ora nella sola settimana della Gmg: una cifra impressionante per una città così piccola, tanto che gli eventi principali sono stati spostati quasi tutti fuori città. Nonostante i recenti attentati terroristici abbiano fatto ripiombare il Vecchio Continente nel terrore più totale, le defezioni all’evento si contano sulla punta delle dita. L’intuizione di ‘GPII’, ispirata dal card. Pironio, continua dunque a dimostrarsi efficace a distanza di decenni; ogni tre anni nessun giovane riesce infatti a rinunciare a questo appuntamento in cui si mescolano diverse razze, popoli e culture. Ed in effetti, dopo Rio de Janeiro un paese dell’est Europa era una meta più facilmente raggiungibile, anche a livello economico. Non a caso nelle liste dei pellegrini figurano nomi provenienti da Laos, Chad, Equador, Bangladesh o da zone martoriate come Siria e Iraq.
I volontari, oltre 25mila in totale, di cui tremila provenienti da ogni parte del mondo, per ora distribuiti con info-point in ogni incrocio della città, si dicono “prontissimi” ad affrontare questo impegno per cui si stanno preparando da mesi a livello spirituale e logistico. Ma la sensazione è che probabilmente non si rendano bene conto della marea umana che li investirà tra due giorni con l’arrivo di Papa Francesco. Il quale, tra l’altro, ha lanciato oggi dal suo account Twitter @pontifex un messaggio di incoraggiamento a tutti i pellegrini con tanto di hashtag #Krakow2016: “Cari giovani, benedico i vostri passi verso Cracovia perché siano un pellegrinaggio di fede e fraternità”.
Tra i gruppi più numerosi, oltre naturalmente ai polacchi, si segnalano i giovani italiani: circa 90mila in totale. Merito di diocesi che trasportano singolarmente anche 150 ragazzi in Polonia. Alcuni hanno fatto tappa in Austria o nel nord Italia per rendere più ampio il loro pellegrinaggio, altri hanno raggiunto direttamente in aereo il luogo di destinazione e in queste ore affollano Casa Italia, la struttura allestita durante ogni Gmg con il sostegno della Cei per dare la certezza che anche all’estero ci sia sempre un posto per gli italiani da chiamare casa.
In quella di Cracovia, situata nel palazzo della vecchia università Giovanni Paolo II dei frati Bernardini, la musica si sente sin dall’altro lato del marciapiede dove alzando lo sguardo si possono ammirare le guglie gotiche del Castello di Wavel, in passato residenza reale dai sovrani di Polonia quando Cracovia era capitale dal 1038 al 1596.
È la musica messa a tutto volume negli stereo del cortile dove i giovani – tra cui anche alcuni disabili – trovano ristoro negli stand gonfiabili in cui gli animatori, 20 da tutte le regioni d’Italia, offrono caffè e bottigliette d’acqua. O la musica cantata dagli stessi ragazzi alla chitarra o in forma di coro (immancabile l’inno di Mameli intonato con orgoglio) sotto la pioggia. Nella struttura, decorata con fotografie, murales e poster di Papa Francesco, si svolgeranno le catechesi e le Messe dei gruppi celebrate dai vescovi, mentre la cappella all’interno della Casa sarà luogo di preghiera aperto fino a tarda notte.
A Casa Italia vengono anche distribuiti i kit del pellegrino che contengono, oltre alla tradizionale “sacca del pellegrino” con cappello, telo blu, mantella impermeabile e bandiera italiana, anche una croce da collo, un diario, una radiolina per le traduzioni simultanee e il libro Il Cristo dei papaveri di Christian Bobin. Offerte anche una valigetta, una maglietta firmata dall’artista Andrea Mastrovito e una lampada per la notte e la festa degli italiani in programma per mercoledì 27 luglio, durante la quale tutti i pellegrini delle diocesi italiane, dei movimenti, delle associazioni e congregazioni religiose giunti in Polonia per la Gmg – come pure quelli che vivono a Cracovia e dintorni – si ritroveranno insieme per un momento di musica spiritualità in uno dei luoghi simbolo della città: il Santuario della Divina Misericordia.
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[Dal nostro inviato a Cracovia]