Disponibilità al dialogo e alla mediazione ma ancora nessun accordo formale. Il governo venezuelano, sollecitato dall’opposizione, ha accettato l’invio di un rappresentante della Santa Sede per discutere sulla crisi economica ed umanitaria nel paese veneuelano.
La notizia è stata diffusa dal segretario generale dell’Unione delle Nazioni Sudamericane, Ernesto Samper, mentre il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, interpellato dai giornalisti, ha chiarito i termini della questione.
“Già in passato la Santa Sede – ha dichiarato padre Lombardi – aveva manifestato la sua disponibilità qualora vi fossero le premesse per un suo contributo al dialogo. Però al momento attuale – ha aggiunto – non è giunta nessuna comunicazione formale né alla Nunziatura né alla Segreteria di Stato che presenti e specifichi la sostanza e i dettagli di una tale richiesta”.
La mano tesa del Vaticano arriva nel momento più drammatico nella storia del Venezuela: povertà diffusa, disoccupazione, assenza di cibo, acqua, luce e medicinali. L’inflazione ha superato il 700%.
Una situazione a cui fa da contrappunto la totale paralisi del quadro politico, con il presidente Maduro messo sotto scacco dal parlamento dove lo scorso dicembre l’opposizione ha conquistato la maggioranza, chiedendo un referendum per la destituzione del capo dello stato, che ha accusato gli avversari – così come la chiesa locale – di comportamenti “golpisti”.
Venezuela flag - Wikimedia Commons
Venezuela: possibile mediazione della Santa Sede
All’apice della crisi umanitaria, il governo di Caracas accetta l’invio di un rappresentante vaticano. Ma padre Lombardi precisa: “Ancora nessun accordo formale con la nunziatura”