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La potatura della vigna

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 15,1-8

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Lettura
Nei precedenti capitoli 13 e 14 di Giovanni, Gesù ha fatto il grande segno della lavanda dei piedi, ha annunciato il suo tradimento e il triplice rinnegamento, ha esortato ad avere fede, ha ricordato il suo amore e i suoi effetti. Ora, sempre nel contesto dell’ultima cena, Gesù invita a cambiare prospettiva. La vite non è più Israele, ma lui stesso è la vera vite. Esorta, quindi i suoi discepoli a rimanere in lui, nel suo amore, aggiungendo che anch’essi sono chiamati ad essere parte integrante della vite, e perciò della sua missione.
Meditazione
Il segno biblico della vigna è riproposto da Giovanni con una nuova forza. Gesù è la vera vite, è la linfa, l’amore stesso di Dio; essa è dirompente e fa molto frutto. Il legame dei discepoli con Gesù è come quello della vite con i tralci: essenziale e forte. È un legame che va ben oltre i nostri meriti. Gesù avverte i suoi discepoli: «Il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto». È uno sprone per i veri discepoli ad operare sempre meglio. La vita del discepolo è sempre un camminare nella fede, un percorso mai scontato, una meta mai raggiunta definitivamente, ma è un continuo progredire. «Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano». Non ha senso dichiararsi discepoli e poi non seguire davvero il Maestro; è fuorviante assecondare la pretesa di avere qualcosa da insegnare e non avere nulla da imparare. Questo conduce a contraddire il vero significato dell’essere alla sequela, porta a essere separati dalla vera vite che è Gesù, per diventare tralci secchi, che finiscono con l’indebolire la pianta e impediscono frutti abbondanti. Nel proporre quest’esempio, Gesù indica la via per portare frutto: è il rimanere con lui. Si rimane in lui se le sue parole rimangono in noi. È la stessa via che ci ha indicato la vergine Maria, che «custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Ed è anche la via di Maria, la sorella di Lazzaro, che sosta ai piedi di Gesù. È la via dei testimoni che permette di amare, non a parole, ma nei fatti e nella verità: «In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Preghiera
Cantate al Signore, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto. È lui il Signore, nostro Dio: su tutta la terra i suoi giudizi (dal Salmo 104).
Agire
Farò diventare le mortificazioni di questa giornata una preghiera di offerta alla misericordia del Padre.
*

Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.
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ZENIT Staff

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