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Mons. Celli va in pensione. Parolin: "Grazie per il contributo reso alla Chiesa"

Il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali ha terminato ieri il suo servizio. Oggi una festa in suo onore nella Segreteria per la Comunicazione

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“Sono qui per manifestare tutto il mio affetto a don Claudio, in questo momento di festa ma anche un po’ di tristezza: alle spalle, però, c’è tutta la coscienza di un percorso fatto e di un contributo reso a Dio e alla Chiesa. Ed è questo che consola e rende bello questo momento”. Così il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha salutato oggi monsignor Claudio Maria Celli, presidente emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali (Pccs), che ieri ha terminato il suo servizio per raggiunti limiti di età.
Per l’occasione la Segreteria per la Comunicazione (Spc) ha organizzato una festa, invitando anche quanti hanno collaborato con Celli negli anni della sua presidenza al Dicastero dal 2007 al 2016. “Ho conosciuto don Claudio tanti anni fa – ha detto il cardinale Parolin, secondo quanto riportato dal Sir – e questa conoscenza è andata crescendo negli anni della Segreteria di Stato, nell’ambito della Diplomazia della Santa Sede (Honduras, Argentina e Filippine). Poi nella seconda sezione della Segreteria di Stato, dove è stato mio superiore. Ho imparato tanto da lui e ho cercato di mettere in pratica quanto appreso, soprattutto nei contatti con i cinesi. Quindi sono contento che don Claudio, dopo aver lasciato il suo incarico, sia a disposizione della Santa Sede per aiutarci in questo dossier che non è particolarmente facile”.
Parolin ha quindi ribadito il proprio “affetto” e “ringraziamento” a Celli. E ha concluso: “Il Signore ti continui ad accompagnare nel servizio a Villa Nazareth” come vicepresidente del Collegio, e “ti dia tanta consolazione e gioia mentre continui a servire Lui e la Chiesa”.

“Abbiamo vissuto intensamente quasi 10 anni” ha detto da parte sua mons. Celli, ringraziando tutti i presenti e ricordando alcune iniziative prese dal Pontificio Consiglio, come ad esempio “l’avvio dell’account @Pontifex su Twitter: non facile, ma poi Papa Benedetto XVI scelse di continuare per essere là dove le persone sono, nonostante i rischi che si corrono. E oggi, tutti apprezziamo la presenza del Papa sul social e il suo ruolo comunicativo. Realtà amata molto dai giovani, perché il Papa usa un linguaggio che è il loro linguaggio”.
Quelli trascorsi al Pccs, ha aggiunto, sono stati “anni ricchi, di profonda comunicazione con la Chiesa nelle varie parti del mondo. Infatti, credo che la nostra missione sia di aiutare la Chiesa universale a giocare un ruolo importante nella comunicazione”, ha sottolineato il presule che ha quindi manifestato la propria gratitudine a mons. Dario Edoardo Viganò e a mons. Lucio Adrian Ruiz, rispettivamente prefetto e segretario della Segreteria per la Comunicazione.
“Questo momento è un segno della vostra amicizia”, ha aggiunto, “oggi è il mio primo giorno da pensionato” ma “non è una vita da pensionato”, bensì “un tempo in cui siamo ancora chiamati a portare frutto. E la Santa Sede ci aiuta molto a vivere la parola del Vangelo ‘Siamo servi inutili’. Questo ci fa molto bene. Chiamati a dare frutto e a farlo con serenità e gioia”.

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ZENIT Staff

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