È stato firmato questa mattina, al Viminale, il protocollo d’intesa tra la Pontificia Università Lateranense e il Ministero dell’interno volto all’inserimento in percorsi di alta formazione universitaria di 20 studenti provenienti da Siria, Iraq ed Eritrea, costretti ad interrompere gli studi a causa dei conflitti nei Paesi di provenienza.
Firmatari dell’accordo erano il viceministro, Filippo Bubbico, e il rettore dell’Ateneo, mons. Enrico dal Covolo, il quale ha affermato: “Oggi abbiamo davanti due sfide: la crisi migratoria e la guerra del terrore. Tali sfide vanno affrontate con un duplice livello, il primo è quello della riflessione, il secondo è quello dell’azione”. In questo secondo livello, “trova posto il nostro dovere di agire dinanzi ai drammi quotidiani”.
“Quello di oggi – ha aggiunto il vescovo – è un atto di rilevante fattore simbolico. La natura politica di ogni istituzione è per la polis” e queste sono “chiamate ad illuminare e sostenere il cammino degli uomini nella storia. La firma odierna del protocollo d’intesa dimostra che anche l’università può uscire dalla torre eburnea del sapere e della ricerca e compiere atti concreti per l’accoglienza”.
“Quello di oggi – ha aggiunto il vescovo – è un atto di rilevante fattore simbolico. La natura politica di ogni istituzione è per la polis” e queste sono “chiamate ad illuminare e sostenere il cammino degli uomini nella storia. La firma odierna del protocollo d’intesa dimostra che anche l’università può uscire dalla torre eburnea del sapere e della ricerca e compiere atti concreti per l’accoglienza”.
In Italia i giovani rifugiati potranno seguire Corsi accademici finalizzati al completamento dell’iter formativo e all’integrazione nella società italiana. Alla Pul verranno per un corso di laurea o post-laurea, e saranno ospitati da strutture dell’Università nella diocesi di Roma. “La formazione proposta dall’Università aiuterà i fratelli in fuga dall’inferno di guerre e persecuzioni a riprendersi la propria vita”, ha spiegato dal Covolo alla Radio Vaticana.
E ha precisato che sarà l’Italia a versare alla Lateranense 4.800 euro per 12 ragazzi: “La gran parte dei costi restanti, non solo per gli altri otto, ma anche per la vita a Roma di tutto il gruppo dei 20, sarà a carico della nostra Università. Devo precisare che questo non riguarda borse di studio, come tante che assegniamo ogni anno, ma piuttosto una beneficenza di cui faremo tesoro”, ha detto. Dunque, un “segno” che “rientra molto bene nei segni che Papa Francesco ci ha consegnato, e che continua a consegnarci, in questo Anno della Misericordia”.