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Falciare l’erba dell’io

Amando chi ci sta accanto, forniamo senza interruzione l’ossigeno ai polmoni e passiamo dalla morte alla vita

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Franco ha l’incombenza di falciare l’erba del prato… Lo vedo ogni giorno alle prese con la macchinetta a decespugliare ogni angolo del giardino, dove per molte ore passa a sfalciare. Non termina di segare l’erba da una parte che la vede crescere, pronta al taglio, dall’altra.
“Come vedi – mi dice fermando la falce – questo lavoro mi dà da fare… Non è gravoso, anzi mi tiene occupato a tenere in ordine le aiuole, a tosare i bordi del sentiero, ad asportare l’erba falciata… E non c’è giorno che mi conceda riposo.
Come non so rinunciare al gusto del pane di tutti i giorni, così ogni giorno me lo devo guadagnare. Grazie all’erba che continuamente cresce posso portare a casa un boccone per me e per la mia famiglia. Non c’è riposo per lo stomaco, né tregua al respiro per i polmoni.
E non c’è sciopero nemmeno per la vita dello spirito. Per nutrirla ogni giorno, ecco da masticare senza riposo il “pane quotidiano”: l’amore del prossimo. Per lui trovi sempre da lavorare: falciare continuamente, tutti i giorni, l’erba dell’egoismo. Falciando le mille erbette dei sette vizi capitali, decespugliando e sfrondando il proprio io, si respira Dio e si cresce nella virtù. Si nutre la vita ogni volta che la si spende per i fratelli.
Concedersi una tregua, sarebbe la morte dell’anima, sarebbe privarsi di ossigeno. Amando chi ti sta accanto fornisci senza interruzione l’ossigeno ai tuoi polmoni e passi dalla morte alla vita.
 

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Andrea Panont

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