Card. Angelo Scola

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Card. Scola: “I fatti di Puglia, Nizza e Turchia ci spingono a costruire una nuova civiltà”

Commentando i tragici eventi, l’arcivescovo di Milano invita i fedeli ad aprirsi allo Spirito Santo e a non limitarsi a “trovare chi ne è il colpevole”

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Commentando i recenti tragici fatti della Puglia, di Nizza e della Turchia, il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ha invitato i fedeli a non approcciarsi con superficialità a tali eventi ma a guardarli sempre in un’ottica sovrannaturale.
“Oggi corriamo il rischio di fermarci alla superficie delle cose – ha detto il porporato durante l’omelia pronunciata stamattina a Lorentino di Caloziocorte (Lecco) -. Potendo, con l’aiuto della tecnica, quantificare tutto, rischiamo di badare sono all’apparenza e di dimenticare il cuore, fermandoci a ciò che possiamo dominare e controllare”.
Il vero “criterio” per vivere “questo tempo di tragedia”, ha affermato Scola è tutto nella “apertura allo Spirito Santo”.
I tre fatti menzionati impongono una domanda: “come intendiamo la morte? Come il passaggio da questa vita all’abbraccio amoroso del Padre, oppure con la paura di finire nel nulla?”.
Inoltre, ha aggiunto l’arcivescovo di Milano, “è decisivo, per porre rimedio a queste tragedie, non limitarci a trovare chi ne è colpevole – cosa che è comunque da fare – ma metterci in gioco” per “costruire una nuova civiltà”: tutto questo può avvenire, ad esempio, “amando in famiglia in modo diverso, educando i figli in modo nuovo, affrontando il lavoro e il problema della disoccupazione in modo solidale”.
Non basta che i fatti drammatici dell’ultima settimana “impressionino i nostri sentimenti: devono muovere l’intelligenza e spingerci alla carità e alla condivisione”.
Né va dimenticato che “Dio è il Signore amoroso della storia e vuole il bene di tutta la famiglia umana” e “questa convinzione deve spingere ognuno di noi ad assumere un impegno ecclesiale e sociale diretto”.
In conclusione, il cardinale Scola ha esortato i fedeli ambrosiani a non essere più “solo clienti della chiesa o solo spettatori critici della vita sociale” ma “attori per ridare corpo vitale della chiesa e sostanza alle nostre democrazie. Dobbiamo, nella verità, realizzare le libertà, non basta conclamare a parole i valori”.

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ZENIT Staff

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