Carcere Mamertino - Tullianum (Lalupa - Wikimedia Commons)

Tullianum: da prigione a luogo di libertà

Breve storia del Carcere Mamertino, luogo della reclusione di San Pietro e di altri protomartiri romani, che il 21 luglio riaprirà al pubblico

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Il Carcer Tullianum è stato il primo carcere di massima sicurezza nella storia. Si compone di due piani sovrapposti: il Tullianum, ambiente più profondo di forma circolare che risale all’età arcaica, ed il Carcer di età repubblicana.
Il Tullianum è stato per i romani un luogo sacro: lo dimostra una vittima sacrificale rinvenuta negli ultimi scavi con le mani legate dietro la schiena.
In epoca romana, nel Tullianum venivano lasciati morire i nemici del popolo romano: personaggi di rilievo come Vercingetorige hanno abitato le mura del carcere. Le stesse mura hanno tenuto prigioniero anche San Pietro.
Abbiamo fonti certe ed attendibili che i cristiani venivano considerati come una comunità di sovvertitori e pericolosi per la sicurezza dell’Impero.
Se ci sono fonti certe che San Pietro fu incarcerato nel Carcer detto Mamertino, è dovuto allo studio attento della storia e dei dati: prove storiografiche, Vangeli apocrifi, e gli affreschi confermano ciò che la tradizione afferma.
Non abbiamo conferma dell’incarcerazione di San Paolo, poiché un cittadino romano non poteva subire una tale barbarie in un carcere creato per i nemici dell’Impero.
San Pietro stravolgerà l’idea del Tullianum, da fine dei trionfi poiché ultima tappa delle parate trionfali, ad inizio del cammino cristiano; nell’assenza di libertà, San Pietro rese liberi i reclusi ed i carcerieri con l’acqua della libertà.
Un’antichissima tradizione racconta di un’azione miracolosa di San Pietro, che con un bastone colpì la roccia e fece scaturire l’acqua con cui battezzò.
Anche l’impronta della testa di San Pietro viene conservata nel muro del Carcer: scendendo nel Tullianum, cadde battendo il capo contro la parete lasciando in tal modo la propria impronta nella pietra.
Il luogo è certamente un luogo sacro, non solo per le suddette azioni ma anche perché è proprio nel Carcer che è stato trovato – nella recente campagna di scavi – il più antico affresco della Madonna della Misericordia del XIII-XIV secolo che con il suo manto protegge gli uomini.
Sono state necessarie tre campagne di scavi per riportare alla luce e ridonare al mondo un luogo unico che parla attraverso la storia e rende partecipe il visitatore.
Il prossimo 21 luglio il Carcer Tullianum verrà riaperto al pubblico ed i visitatori potranno visitare il complesso attraverso l’ausilio di tablet; inoltre verrà aperto il nuovo accesso all’area archeologica dei Fori situato vicino al Carcere per concatenare i percorsi e rendere suggestiva l’offerta culturale della città di Roma.

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Francesco Maiolo

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