Quando arrivò il Papa russo

Pubblicato il nuovo romanzo di Mauro Mazza, “Il destino del Papa russo” (ed.Fazi). Doppia presentazione il 16 luglio a Belluno

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Roma. Città del Vaticano: alla fine di un lungo pontificato, il Papa è morto. Dopo i funerali, trasmessi in diretta in ogni parte del globo, gli occhi del mondo sono ora puntati su San Pietro, dove i cardinali sono chiusi in Conclave. La folla si accalca contro le transenne, i furgoni dei network televisivi ingombrano via della Conciliazione, opinionisti ed esperti spiegano regole e procedure, finché davanti alle telecamere non succede qualcosa che non era mai successo prima: dopo l’ennesimo scrutinio, il comignolo della Cappella Sistina rimane quieto. È solo un problema tecnico o c’è qualcosa di più? La risposta arriva la mattina dopo: con l’attesa fumata bianca, il mondo scopre che davvero è accaduto un fatto senza precedenti.
Il nuovo papa si chiama Nikolaj Sofanov ed è il primo Papa russo della storia, ma soprattutto – ed è questo che fa saltare sulla media i vaticanisti – in Conclave non c’era.  Al momento dell’elezione, addirittura, non era neanche cardinale. “Perché proprio lui, allora?”, si chiedono alcuni. Perché andare a prenderlo così lontano? C’entra il fatto che sia un amico d’infanzia di Vladimir Putin?  Quello che nessuno sa è che Sofanov custodisce un segreto che gli è stato svelato a Fatima e che, come una stella polare, orienta fin dal primo giorno la sua azione.
Inizia così il romanzo di Mauro Mazza, ex direttore del Tg2, RaiUno e RaiSport, “Il destino del Papa russo” edito da Fazi. Mazza presenterà il suo volume nel bellunese il prossimo sabato 16 luglio per un doppio appuntamento. Alle 18 per una conversazione, a ingresso libero e gratuito, al Centro Papa Luciani di Santa Giustina e alle 20.30 per la “Cena con l’autore” presso la Locanda Baita “A L’Arte” di San Gregorio nelle Alpi.
Nel romanzo, ambientato nel prossimo futuro, si avvicendano personaggi e situazioni, sempre al limite tra realtà e fantasia: un Conclave dall’esito clamoroso, Putin e la veggente di Fatima, le trame di un’oscura, potentissima massoneria e i tradimenti dei cardinali, complotti immaginari e guerre in atto, il tutto narrato con una scrittura cinematografica che avvince il lettore fino all’ultima pagina.
Il Papa russo ideato da Mazza vuole la riunificazione con la Chiesa ortodossa, atto coraggioso ma anche – vista la sua intimità col presidente russo – gravido di implicazioni politiche. È così che, nelle stanze più scure del Vaticano, inizia una partita a scacchi tra il nuovo papa e i suoi avversari, figure misteriose con occhi e orecchie ovunque, decise a impedire l’accordo tra le due Chiese a ogni costo. Con ogni mezzo.
L’autore è nato a Roma nel 1955 ed è giornalista dal 1977. Ha pubblicato numerosi saggi di letteratura, televisione e cultura politica. Questo è il suo secondo romanzo. Con il primo, L’albero del mondo (Fazi, 2012), ha vinto il premio Acqui Storia.

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ZENIT Staff

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