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Un’amara costatazione

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 11,20-24

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Lettura
I capitoli 11 e 12, che ci apprestiamo ad ascoltare, descrivono la Missione che Gesù svolgeva. In essi, Matteo evidenzia come la gente ha reagito alla sua predicazione: accoglienza, rifiuto o indifferenza. L’evangelista propone lo sguardo del Battista, che guardava Gesù con gli occhi del passato, e non riesce a capirlo; lo sguardo della gente, che, mossa dall’interesse, non fu in grado di capirlo. Le grandi città attorno al lago, che ascoltarono la predicazione di Gesù e videro i suoi miracoli, non furono capaci di accogliere il suo messaggio.
Meditazione
Matteo ci propone prospettive diverse sulla predicazione del Cristo, per meglio mettere in guardia i fedeli e stimolarli a liberarsi da ogni pretesa di ricompensa o di elogi perché il fatto stesso di essere discepoli o missionari implica la sovrabbondanza dei doni del Padre. Accogliamo il monito dell’evangelista e, con sguardo limpido, confrontiamo il nostro modo di accostarci al Cristo. Prima con i personaggi che ci vengono offerti: come Giovanni Battista, come la gente e ora, con i luoghi, come le città incredule. Siamo lungo il mare di Galilea, attorno alle città di Cafàrnao, Betsàida e Corazìn, proprio quegli stessi luoghi dove Gesù ha usato maggiormente la sua misericordia, e con l’annuncio della Parola e con i miracoli. Nonostante la sua premura, egli deve fare un’amara constatazione: la gente non ha accolto il suo Messaggio, lo ha rifiutato. E, per assurdo Tiro e Sidòne, simbolo di malvagità, perché da sempre sono state ostili al popolo dell’Alleanza, perciò maledette dai profeti, come anche, Sòdoma e Gomorra, simboli della peggiore perversione, ora si ritrovano ad essere indicate dal Messia come capaci di conversione, se solo avessero avuto i segni riservati invece a loro, in particolare a Cafàrnao. È amaro dover constatare che non sempre i vicini, lo sono realmente, e molto spesso quelli che consideriamo lontani sono i più vicini a convertirsi. Spesso ci riteniamo saggi e dotti, eppure Matteo ci rivela che proprio i saggi e i dotti, i vicini, non furono in grado di comprendere e convertirsi al Cristo. Critichiamo, come i farisei, coloro che non sono praticanti, eppure la nostra pietà spesso non va oltre la ritualità. L’evangelista ci svela che solo i piccoli e la gente che sa riconoscersi malata comprende ed accetta la Buona Novella del Regno ed è capace perciò di seguire il Cristo.
Preghiera
O Signore, donami il tuo sguardo misericordioso. Rendimi capace di saper vedere e comprendere i miei limiti e le mie mancanze, affinché con l’aiuto del tuo perdono, io possa convertirmi sempre di più ed essere tuo discepolo, capace di accogliere il dono della tua misericordia. Tua è la gloria e la potenza, Signore.
Agire
Mi accosterò al sacramento della misericordia con cuore fiducioso.
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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