“In un articolo apparso quest’oggi è stata fatta menzione di alcune circostanze relative all’Istituto per le Opere di Religione (IOR), alla sua attività e ai suoi utenti, che non rappresentano in maniera accurata la realtà dei fatti e rendono necessaria una rettifica”. È quanto afferma padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, in una nota diffusa oggi in riferimento ad un articolo de Il Corriere della Sera dal titolo ‘Ior: altri sospetti sui conti laici di manager ed esperti di beatificazioni’.
“I nominativi e le presunte circostanze citate nell’articolo – spiega il gesuita – sono stati oggetto di un passato scambio di informazioni tra l’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) della Santa Sede e l’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) per l’Italia”. “Lo Ior – aggiunge – ha un’unica sede legale ed operativa nella Città del Vaticano, non esercita attività di natura finanziaria in Stati esteri ed è sottoposto esclusivamente alla legislazione in materia di vigilanza anti-riciclaggio e prudenziale dello Stato della Città del Vaticano”.
“Lo Ior svolge professionalmente attività di natura finanziaria in maniera coerente alle autorizzazioni ricevute dall’Aif”, afferma ancora Lombardi, sottolineando che “le Autorità competenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano cooperano stabilmente e scambiano informazioni con le Autorità competenti di Stati esteri, nel rispetto delle norme generali del diritto internazionale, delle rispettive legislazioni o di eventuali accordi e protocolli d’intesa bilaterali”.