Nel Breviario di fratel Cosimo: “Perle spirituali dello Scoglio”

Padre Rocco Spagnolo, sintetizza e approfondisce, attraverso 365 meditazioni, la spiritualità mariana di un luogo della Locride dove sarebbe apparsa la Madonna.

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Tascabile. È il temine più appropriato. Si, proprio così. Un qualcosa che ti apre orizzonti di luce, facendoti scoprire, nell’arco della giornata, la profondità “dell’essere con”… di che si tratta?
Forse dell’ultimo modello di smartphone, perennemente connesso ad internet? No. Si tratta di un breviario speciale. È il “Breviario di fratel Cosimo”. Scritto nel 2015 da P. Rocco Spagnolo, per i tipi della San Paolo, offre 365 sintetiche meditazioni. Una per ogni giorno.
L’autore, offrendo questo testo, ha compiuto una particolare operazione. Sviscera la tipica spiritualità dello “Scoglio” attraverso 365 tappe, sintetizzando in esse il fiume di grazia della realtà mariana.
Lo scoglio è una protuberanza rocciosa situata nella Locride, dove nel 1968 sarebbe apparsa Maria.
Recentemente il Vescovo di Locri-Gerace ha riconosciuto la chiesa locale come santuario diocesano.
E’ in costruzione una chiesa più grande.
Il cammino proposto da P. Rocco Spagnolo (superiore Generale dei Missionari dell’Evangelizzazione, fondati da padre Vincenzo Idà) raccoglie ed approfondisce alcuni spunti di riflessioni offerti da fratel Cosimo Fragomeni (mistico della locride, fondatore della Comunità dello Scoglio, che da circa mezzo secolo attira milioni di pellegrini).
Il libro, pensato per offrire una solida formazione teologico-spirituale a tutti i pellegrini, è diventato un punto di riferimento per quanti, dello Scoglio, vogliono coglierne l’essenziale.
Come detto, si tratta di un tascabile, composto da 365 meditazioni. Insomma, un vademecum dalla lettura breve e piacevole, che consente a chi legge di ritornare successivamente con il cuore a quanto scritto.
Il cuore, appunto. Va coinvolto, conquistato. Ecco cosa scrive l’autore: […] ma che cosa è questo cuore? Sai cos’è? Un santuario nascosto di cui nessuno ha le chiavi, se non tu stesso. È l’interiorità profonda. Quella in cui tu sei tu. Ma dov’è andata a finire oggi l’interiorità? In questi tempi impera una sorta di “fuga da se stessi”. E il guaio è che non si sa “verso dove”…
Tu esci e non ti chiedi dove vai. Ti basta uscire. E mentre una volta qualcuno ti chiedeva di non chiuderti “dentro”; oggi ti dovrebbe chiedere di non chiuderti “fuori”. Perché una perenne uscita senza meta è una forma di prigione. Si diventa prigionieri dell’esteriorità. Il paradosso è che c’è un uscire senza recarsi fisicamente fuori. Chi ti porta fuori? Una miriade di oggettini, di strumenti sempre nuovi, piccoli e potenti, che ti “sequestrano”, portandoti fuori.
Il mondo li chiama strumenti di comunicazione. Ma il guaio è che, a comunicare, in fondo, non sei “tu”. Tu ci sei dentro, ma “nascosto”, prigioniero. E se qualcuno, alla fine, s’interessa non è più a quel che “sei”, ma a quel che “appari”. È la triste tragedia di questo tempo: l’apparire. Quell’apparire che distrugge l’essere.
È valida più che mai l’esortazione: “Rientra nel cuore!” di Agostino. Un grido, la cui eco mi auguro risuoni da questa pagina. E conduca, se non molti, almeno qualcuno a domandarsi stupito: “Dove sono?”. Per questo, fratel Cosimo invita i suoi a fare un salto in basso, giù per un paradossale sentiero, dove si sale scendendo. Per te conta l’essere o l’apparire? Questo è solo un piccolo assaggio delle meditazioni che troverai nel testo.
Esse sono tutte titolate, sviluppate sinteticamente, ed alla fine, scandite da una domanda, si concludono con la seguente parola: “proposito…”, che deve essere necessariamente personale. Fratel Cosimo vuole che ogni cristiano, tutti i giorni, faccia un proposito da mantenere nella giornata.
Tenere il testo a portata di mano significa anche tenerlo a portata di cuore. Se un caffè appena svegli o dopo pranzo è capace di ridestare la mente, la lettura di una meditazione è una sana abitudine capace di risvegliare l’anima. Te l’assicuro.
Quale migliore abitudine, quindi, che cominciare un cammino immediatamente, senza aspettare il primo giorno del nuovo anno? Cominciare subito a gustare le riflessioni contenute nel breviario che P. Spagnolo ha magistralmente offerto a tutti coloro che ne vogliano saggiare la consistenza, mi sembra un buon passo. Il passo del passaggio.
Dall’indifferenza piattamente omologata, alla differenza cristiana di vivere pienamente la vita. Si arricchirà la spiritualità assaporando i frutti della pianta che la Madonna ha voluto, in una zona arida, come quella di Santa Domenica di Placanica (RC), far maturare allo Scoglio.
Nella prefazione, Mons. Francesco Oliva (Vescovo di Locri-Gerace), fa emergere come: P. Spagnolo, attento conoscitore e testimone da tempo di quanto vi accade, con uno stile sobrio e scorrevole, semplice e accattivante, presenta al lettore i tratti più profondi e significativi. Lo fa nella consapevolezza che tutto avviene in comunione con la Chiesa locale e con i pastori che la guidano. Lo scritto espone i tratti di una spiritualità genuina e spontanea, che, attraverso Maria, conduce a una vita attiva e profondamente radicata nella relazione con Dio.
Aggiunge, inoltre, riferendosi ai tratti, che non c’è nessuna fretta di leggerli tutti d’un fiato. Meglio è gustarli pagina dopo pagina, giorno dopo giorno.
Non mi resta, nell’indicare il testo come indispensabile per comprendere la spiritualità mariana dello Scoglio, che riportare le parole di fratel Cosimo: Sono rimasto molto contento di quest’opera di grande edificazione spirituale poiché arricchisce l’animo di chi si appresta a leggerla. Il libro, possiamo dire, è come un manuale istruttivo, formativo e allo stesso tempo utile per la meditazione e la preghiera quotidiana di ogni cristiano.

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Domenico De Angelis

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