Papa y Macri

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Intervista di Papa Francesco a “La Nacion”

Con il quotidiano argentino, il Pontefice parla di Ratzinger che definisce un rivoluzionario e chiarisce i suoi rapporti con il presidente Macri e le relazioni con gli ultraconservatori

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In una intervista rilasciata il 28 di giugno al quotidiano argentino ‘La Nacion’, Papa Francesco ha precisato il suo punto di vista su diversi temi importanti e chiarito alcune situazioni rimaste in sospeso nella sua terra natale.
Ad una domanda sul Papa emerito Benedetto XVI, Papa Francesco ha detto: “È stato un rivoluzionario. Nella riunione con i cardinali, poco prima del Conclave del 2013, ci ha detto che uno di noi sarebbe diventato il prossimo Papa e che lui non conosceva il suo nome. La sua generosità è stata impareggiabile. La sua rinuncia rese palesi tutti i problemi della chiesa. La sua rinuncia non ha avuto nulla a che fare con questioni personali. È stato un atto di governo. Il suo ultimo atto di governo”.
Sullo stato di salute del Papa Emerito, Francesco ha affermato: “Ha problemi per muoversi, ma la sua testa e la sua memoria sono intatte, perfette”.
Circa il rapporto con alcuni gruppi di ultraconservatori che non perdono occasione per criticarlo, il Pontefice argentino ha spiegato che: “Loro fanno il proprio lavoro e io faccio il mio. Io desidero una chiesa aperta, comprensiva, che accompagni le famiglie ferite. Loro dicono no a tutto. Io continuo per la mia strada senza guardare affianco. Non taglio teste. Non mi è mai piaciuto farlo. Ribadisco a lei: rifiuto il conflitto. I chiodi si rimuovono facendo pressione verso l’alto. Oppure si lasciano da parte per il riposo, quando arriva l’età del pensionamento”.
Molte le domande sulla situazione in Argentina e sui rapporti con il governo. Al riguardo il Papa ha voluto chiarire che: “Non ho alcun problema con il presidente Macri. Non mi piacciono i conflitti. Macri mi sembra una persona di buona famiglia, una persona nobile”.
Bergoglio ha avuto qualche contrasto con lui in passato, ma – ha precisato – “si è trattato di “una sola volta, a Buenos Aires”, durante i sei anni in cui Macri era capo del governo della città e lui arcivescovo.
“Una sola volta in tanto tempo è una media molto bassa”, ha sottolineato il Papa. Altri problemi, ha chiarito, “sono stati discussi e risolti in privato e questo accordo di riservatezza è stato rispettato da entrambi” e “non ho alcun rimprovero personale da fare al presidente Macri”.
In merito al rifiuto di un contributo pubblico di poco più di un milione di Euro per le Scholas Occurrentes, una Fondazione privata nata a Buenos Aires oltre 15 anni fa, riconosciuta dalla Santa Sede e impegnata nella formazione dei giovani, il Pontefice ha spiegato che non si è trattato di una decisione “contro il governo di Macri”. Quindi ha aggiunto: “Questa interpretazione è assolutamente sbagliata. Non alludevo in alcun modo al governo. Ho solo detto ai responsabili delle Scholas, con affetto, ciò che potesse aiutarli ad evitare eventuali errori nella gestione della Fondazione”.
“Continuo a credere – ha ribadito Francesco – che non abbiamo il diritto di chiedere soldi al governo argentino che ha tanti problemi sociali da risolvere”.
Il quotidiano argentino ha quindi chiesto al Santo Padre di spiegare cosa sia successo con Hebe de Bonafini, leader della Madri di Plaza de Mayo, ricevuta circa un mese fa in udienza privata.
La donna è leader del ramo più intransigente delle Madri di Plaza de Mayo ed in passato ha criticato duramente Papa Francesco accusandolo, falsamente, di aver collaborato con il regime militare. La donna si è poi ricreduta ed ha ammesso pubblicamente di aver sbagliato.
La Bonafini è stata poi ricevuta recentemente in udienza da Bergoglio, il quale ha spiegato: “è stato un gesto di perdono. Lei mi ha chiesto perdono ed io non glielo ho negato”, perché il perdono “non si nega a nessuno”.
“È una donna – ha sostenuto – alla quale hanno ucciso due figli. Ed io mi inchino, mi inginocchio davanti a tanta sofferenza. Non importa ciò che ha detto di me. Ed io so che ha detto cose orribili, in passato”.
Circa la presenza in Argentina di una persona che si è presentato come portavoce del Papa, il Vescovo di Roma ha precisato: “Non ci sono altri portavoce ufficiali, né in Argentina, né in altri Paesi. Lo ripeto: la Sala Stampa Vaticana è l’unica portavoce del Papa”.

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ZENIT Staff

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