Card. Donald William Wuerl

Card. Donald William Wuerl - Wikimmedia Commons, James Tourtellotte

Usa. Card. Wuerl sottolinea la dimensione pubblica del cristianesimo

L’arcivescovo di Washington ha invitato i cattolici a non identificarsi con le ideologie e i partiti, bensì con il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa

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Gli insegnamenti della Chiesa cattolica su etica e giustizia sociale hanno non solo un diritto di cittadinanza, ma sono indispensabili per creare una società migliore per tutti. Questo assunto della Dottrina sociale della Chiesa è stato ribadito dal card. Donald Wuerl, arcivescovo di Washington, nel corso di una conferenza organizzata dall’American Enterprise Institute, sul tema: “Il pensiero cattolico e la prosperità umana: cultura e politica”.
“Ci sono verità umane fondamentali con le quali dobbiamo misurare e conformare i nostri giudizi e le nostre decisioni legislative – ha sottolineato il porporato, citato dal Catholic News Service – Tuttavia, questa non è un’imposizione di rigidi principi morali, ma semplicemente il riconoscimento di ciò che è giusto o sbagliato, di valori umani fondamentali”.
L’arcivescovo ha quindi lanciato un appello ai cattolici, affinché non si identifichino “con gli interessi e le ideologie dei propri partiti, ma con il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa”, sempre tenendo presente che “la religione ed i principi religiosi aumentano, non diminuiscono, la ricerca del bene comune. Essi arricchiscono, e non minacciano, il pluralismo”.
La buona politica cui aspirare non mira a “potere, denaro, opportunità e interessi particolari”, bensì “su presupposti religiosi” e su “imperativi morali che non sono stati creati dall’uomo”. Per questo, i principi morali “non devono essere visti come una minaccia, bensì essere riconosciuti come una benedizione”.
Il card. Wuerl è entrato poi nel merito di alcune politiche concrete. Ha ricordato l’opposizione dell’episcopato statunitense alla riforma sanitaria, voluta dalla presidenza Barack Obama, che costringe gli istituti medici a fornire prestazioni abortive, violando così l’obiezione di coscienza. “Non stiamo chiedendo un trattamento speciale – ha aggiunto il cardinale – Non si tratta di proteggere un privilegio di pochi, ma di esercitare il nostro diritto di prestare servizio in favore dei più piccoli tra i nostri fratelli e sorelle”.
A tal proposito – ha concluso il card. Wuerl – “può fare la differenza” l’impegno in particolare dei giovani a portare i valori religiosi “in ambito politico, medico e imprenditoriale”.

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ZENIT Staff

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