Nei primi mesi del 2016 oltre mille jihadisti sono arrivati in Libia, provenienti da altri Paesi arabi o dall’Occidente. La media è di circa 10 arrivi al giorno.
È ciò che emerge da un rapporto di intelligence statunitense consegnato ai governi dei Paesi che confinano con la Libia, tra cui l’Algeria. A rivelare parte del contenuto, il giornale algerino El Khabar.
Ecco quindi che la Libia si è trasformata recentemente in “meta privilegiata per i jihadisti provenienti da tutto il mondo” ed è per questo, hanno detto le fonti a El Khabar, che l’Algeria “ha imposto misure di sicurezza rafforzate lungo i suoi confini terrestri con la Libia, trasferendo centinaia di soldati nella zona frontaliera sud-orientale per timore di infiltrazioni jihadiste” nel Paese.
Dall’analisi dell’intelligence Usa emerge che “l’emigrazione verso la Libia ha assunto proporzioni maggiori dopo le campagne degli apparati di sicurezza dei Paesi occidentali contro le cellule locali dell’Isis” dopo gli attentati terroristici in Francia e in Belgio, fatto questo che “ha reso insicura la permanenza in Europa di decine di persone sospettate di essere coinvolte in queste cellule”.
Il pericolo riguarda anche Paesi di immigrazione europei, su tutti l’Italia. L’allarme che a mischiarsi tra i profughi in cerca d’aiuto ci siano dei terroristi islamici è suonata più volte. In ultimo nel mese scorso, quando alcuni uomini della Guardia costiera libica hanno riferito al Daily Mail di aver visto alcuni jihadisti dirigersi a Sabrata e Zuara, da dove partono le carrette piene di disperati dirette in Italia. Secondo fonti locali, i miliziani si mimetizzano tra i migranti tagliandosi la barba.