Nel giugno scorso il mondo è venuto a conoscenza dello storico accordo di pace tra il governo colombiano e le Farc. Le formazioni guerrigliere di ispirazione marxista, il cui acronimo sta per “Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia”, hanno intrapreso per oltre un cinquantennio la via della lotta armata contro il governo di Bogotà, fronteggiando le forze armate governative in una guerra estenuante che ha causato più di 250 mila tra morti e dispersi, per non parlare dei quasi 7 milioni di sfollati.
La storia della Colombia contemporanea non può quindi essere valutata senza analizzare questo drammatico conflitto, dall’opinione pubblica mondiale seguito con altalenante frequenza. Per risalire all’origine delle ostilità occorre ritornare al lontano 1964, quando Bogotà, con il supporto statunitense, lanciò un’operazione militare su vasta scala per reprimere i fermenti contadini nelle regioni di Tolima e Huila. Tale offensiva, denominata “Operazione Marquetalia”, scatenò la spirale di violenza che ha caratterizzato il Paese nell’ultimo mezzo secolo.
Già nel 1998 erano stati avviati dei colloqui di pace tra governo e guerriglieri ma i loro risultati, condensati nella firma di un’agenda comune per il futuro della Colombia, ebbero vita breve: nel 2002 le trattative potevano dirsi fallite e la Colombia sprofondava nuovamente nel conflitto. La speranza di arrivare ad una soluzione pacifica in grado di rimarginare questa ferita della storia colombiana si è riaccesa nel 2012, quando all’Avana si sono riaperti i negoziati di pace. Con la mediazione di Cuba, Norvegia, Cile e Venezuela i colloqui hanno raggiunto il risultato sperato: il 23 giugno è stato firmato l’accordo che getta finalmente le basi per la pace nella tormentata Colombia.
La piacevole notizia arriva in un periodo economico positivo per il Paese latino, il cui tasso di crescita degli ultimi anni è stato quasi sempre superiore al 4% annuo. Un dato significativo, specialmente se confrontato con il vicino Venezuela, il quale, complice anche il crollo del prezzo del petrolio, si avvicina sempre di più al collasso (basti pensare che le previsioni per il 2016 ipotizzano una contrazione del prodotto interno lordo intorno al 10%).
Nonostante la gravissima situazione in cui versa il confinante Paese di Maduro, altri Stati latino-americani stanno sperimentando una transizione dai contorni incerti: Brasile ed Argentina su tutti. L’ascesa alla Casa Rosada di Mauricio Macri, ex sindaco di Buenos Aires e vincitore delle elezioni presidenziali nel novembre dell’anno scorso, ha ridisegnato la politica argentina dopo 12 anni di governo di Cristina Kirchner, modificando drasticamente la collocazione geopolitica del Paese.
Un passaggio più traumatico sta sconvolgendo il Brasile, dove lo scorso 12 maggio il Senato ha votato per dare il via alla causa di impeachment contro Dilma Rousseff, creando una profonda spaccatura nel popolo verde-oro, diviso tra sostenitori e detrattori dell’ex guerrigliera. Sono gli effetti dello scandalo Petrobras, l’ente petrolifero brasiliano, accusato dalla magistratura di aver creato una forte rete di corruzione che vedeva tra i tanti “beneficiati” i partiti, compreso il Partito dei Lavoratori, la formazione politica di Lula e Rousseff, rimasti travolti a loro volta dallo scandalo. Il voto finale sulla destituzione della presidente Rousseff si terrà il 20 agosto ma la strada appare decisamente in salita.
Si tratta dunque di mutamenti profondi che stanno delineando un quadro dell’America Latina completamente diverso da quella che abbiamo imparato a conoscere nell’ultimo decennio. In questo scenario fluido l’accordo tra Farc e governo colombiano fa ben sperare sulle prospettive di stabilità e pace del continente. Non a caso è stato salutato positivamente da Papa Francesco che con il Sud America, come appare del resto inevitabile, ha un rapporto privilegiato: proprio per il 2017 è prevista la visita di Bergoglio in Colombia. Visita che assume, alla luce dei recenti avvenimenti, il massimo interesse per il benessere e la pacificazione dell’area.
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Colombia, tra pacificazione interna e crisi politiche dell’America Latina
Previsto per il 2017 il viaggio di Papa Francesco in uno dei Paesi più promettenti del continente dopo l’accordo tra governo e Farc