È un gioco abbastanza meschino quello utilizzato da opposte fazioni DI minimizzare il numero degli aderenti ad un evento dell’’avversario’. Dato però che i mezzi di comunicazione di massa hanno dato un enorme risalto alle manifestazioni delle persone favorevoli alla legge Cirinnà di domenica scorsa, e ridotto il numero di partecipanti che ieri hanno affollato il Circo Massimo e le strade limitrofe, forse è il caso di cercare di dare una dimensione ragionevole alla enorme differenza tra le due manifestazioni.
Il calcolo reale, in base anche ai dati dei fotografi professionisti esperti di manifestazioni, sul numero di persone che si sono riunite in 100 città italiane per manifestare l’appoggio alla legge Cirinnà dice che nel loro complesso c’erano all’incirca 40mila persone. Mentre, con gli stessi criteri di calcolo, i manifestanti a favore della famiglia tradizionale, riuniti ieri al Circo Massimo, erano superiori al milione. Basta guardare le immagini per capire la realtà dei numeri.
La differenza è enorme, il rapporto è di un manifestante a favore della legge Cirinnà contro 25 a favore della famiglia naturale.
Bisogna poi considerare che a manifestare per la famiglia naturale era una sola città. È facile immaginare quale divario ci sarebbe stato se a manifestare sarebbero state 100 città.
Il rapporto tra favorevoli e contrari alla Cirinnà è 1 a 25 ed è lo stesso che si è verificato nel calcolo delle telefonate a radio e TV. Anche in quei media la cui linea editoriale è favorevole alla Cirinnà, sono state enormemente maggioritarie le telefonate contrarie.
Il dibattito e le due manifestazioni hanno confermato una frattura enorme tra “il Palazzo” e il sentire della gente, indipendentemente dall’appartenenza politica. Si configura quindi una situazione dove la rappresentanza politica sta per approvare un legge che la gente, in stragrande maggioranza, disapprova.
Ma il Primo Ministro non si rende conto che costringere una maggioranza politica a varare una legge senza l’appoggio della gente è l’inizio della fine? Condizionare l’appoggio politico per varare leggi da cui la gente prende le distanze significa rafforzare una forma di governo dei pochi contro il popolo.
Quale interesse è così grande, influente e condizionante per approvare una legge che spacca il Paese? Questo si chè uno strano modo di intendere la democrazia. Se veramente i legislatori sono convinti che il ddl Cirinnà gode dell’appoggio del popolo perché non provano a verificarlo offrendo la possibilità di votare anche alla gente?
ZENIT - SC
La guerra dei numeri
La legge Cirinnà spacca il Paese. La rappresentanza politica vuole far passare una legge che il popolo non condivide. Perché non si offre la possibilità alla gente di votare?