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Nell’ultimo Osservatorio sulle Comunicazioni pubblicato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) cala il servizio postale e cresce l’’utilizzzo dei social e della rete

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Come ogni trimestre da circa quattro anni, l’AGCom pubblica sul proprio sito (www.agcom.it) l’Osservatorio sulle Comunicazioni. Un documento di circa trenta slide che fornisce le misura degli andamenti per quattro ambiti: le Comunicazioni elettroniche (accessi di rete fissa e broadband, reti mobili e dati); i Media (audience tv, vendite quotidiani, audience radio, internet); la valorizzazione dei ricavi e i volumi dei servizi postali e dei servizi di corriere espresso; i prezzi dei servizi nelle comunicazioni (telefonia, quotidiani e confronti internazionali).
Tra le molte informazioni presenti, ci pare interessante confrontare quelle che monitorano  l’utilizzo di internet con quelle che misurano l’utilizzo del servizio postale / corriere espresso, un confronto che può fornire anche una rappresentazione della “disintermediazione” che Internet provoca nei settori tradizionali.
Per Internet viene misurato l’Active Reach (AR), cioè la percentuale di utenti attivi che hanno visitato un sito o una applicazione, questo per i primi quindici Parent [1] e relativo agli utenti unici a settembre 2015. Accanto a questo, viene rendicontato anche il tempo medio mensile di navigazione per persona, espresso in ore / minuti.
Qui di seguito sono ordinati i principali Parent per il tempo medio mensile di navigazione per persona, mettendo poi in parentesi la percentuale di Active Reach e la relativa posizione nel Ranking.  Questa la graduatoria: Facebook 14 ore e 8 minuti (AR 80%, seconda); WhatsApp 9 ore e 42 minuti (AR 60.2 %, quarta); Google 5 ore e 24 minuti (AR 94.1%, prima); eBay 51 minuti (AR 52,4%, nona); Amazon 46 minuti (AR 57%, settima); Il Meteo 17 minuti (AR 32,1 %, quindicesima).
Se si passa all’analisi dei ricavi del marcato dei servizi postali con quello dei corriere espresso nei primi nove mesi del 2015 si riscontra che sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto a settembre 2014, cioè intorno ad un ammontare di 4,4 milioni di euro. Ma con un diverso andamento: ad una crescita dei corriere espresso si è contrapposta una pari caduta dei servizi postali, intorno al 5%, facendo si che i servizi postali (con 2.166 mln €) fossero superati da quelli di corriere espresso (2.287 mln €).
Se invece si analizzano i volumi, monitorati in milioni di unità, si manifesta sempre nello stesso periodo una importante flessione dei servizi postali (sia per quelli connotati come servizio universale [2] che per gli altri servizi postali) di una quota intorno al dieci per cento. Infatti il Servizio Universale scende a poco meno di 1,5 miliardi di volumi gestiti. Per i servizi di corriere espresso, si evidenzia invece un incremento ci circa l’otto per cento, posizionando gli invii a 188 milioni.
Infine, ad ulteriore conferma di questo scenario di digitalizzazione, i dati sulla flessione delle vendite dei quotidiani: – 6.5% in un anno (rilevazione a settembre 2015) con un totale vendite attestato a poco meno di tre milioni di copie giornaliere [3].
NOTE
[1] Il Parent rappresenta una organizzazione che controlla determinati domini e URL, raggruppati in Brand.
[2] Ricadono, sinteticamente, in questo ambito: gli invii postali sino a 2 kg; i pacchi postali sino a 20 kg; le raccomandate e le assicurate; la posta massiva come le comunicazioni bancarie, bollette e bollettini di pagamento.
[3] Come riportato nel documento, realizzato dal Servizio Economico Statistico dell’AGCom, i valori indicati rappresentano stime ed elaborazioni su dati forniti da imprese e altre fonti. Per Internet i dati sono acquisiti da Audiweb. Sui servizi postali / corriere espresso i dati fanno riferimento ad otto imprese. I quotidiani monitorati sono

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Antonio D'Angiò

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