Papa Francesco - Hassan Rouhani Presidente Iran

Papa Francesco e il Presidente della Repubblica Islamica dell' Iran, Hassan Rouhani - Foto @ Servizio Fotografico - L'Osservatore Romano

Rohani in udienza dal Papa: "Le chiedo di pregare per me"

Colloquio di circa 40 minuti tra il Pontefice e il presidente iraniano, in visita ufficiale in Italia. Al centro i temi di pace, dialogo, libertà religiosa e l’Accordo sul Nucleare

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“Le chiedo di pregare per me”, la visita in Vaticano “mi ha fatto un vero piacere” e “le auguro buon lavoro”. Sono alcune delle frasi che il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, ha rivolto a Papa Francesco dopo l’udienza privata di oggi in Vaticano, durata circa 40 minuti.
Il presidente, in visita ufficiale in Italia, è arrivato con un seguito di 12 persone; tra questi: il ministro degli Esteri iraniano, l’ambasciatore e il vice ambasciatore dell’Iran presso la Santa Sede. Tutti uomini, tranne una donna traduttrice. Il colloquio, iniziato alle 11.13, è durato fino alle 11.52. Il capo di Stato si è sempre rivolto in lingua farsi, mentre il Papa parlava in italiano. “La ringrazio tanto per questa visita – ha detto Francesco accogliendo il presidente – e spero nella pace”.
Rohani ha poi incontrato il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e il segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher.
Durante i cordiali colloqui – informa una nota della Sala Stampa vaticana – “si sono evidenziati i valori spirituali comuni e si è poi fatto riferimento al buono stato dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Islamica dell’Iran, alla vita della Chiesa nel Paese e all’azione della Santa Sede in favore della promozione della dignità della persona umana e della libertà religiosa”.
Poi, prosegue la nota, “ci si è soffermati sulla conclusione e l’applicazione dell’Accordo sul Nucleare e si è  rilevato l’importante ruolo che l’Iran è chiamato a svolgere, insieme ad altri Paesi della Regione, per promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi”.
Al riguardo, è stata ricordata l’importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità delle comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace”.
Al momento dello scambio dei doni, il Papa ha regalato al presidente la medaglia raffigurante San Martino nell’atto di donare il suo mantello a un povero:  “Un segno di fratellanza gratuita”, ha commentato. Ha poi donato anche due copie della Enciclica Laudato Si’ sulla cura del creato. ”Non esiste una versione in lingua farsi – ha spiegato Bergoglio – quindi le consegno una copia in inglese e mi permetto di darle anche una copia in arabo”. Rohani ha ricambiato con un tappeto persiano rettangolare, prodotto artigianalmente a mano nella città santa di Qom e un grande libro di pittura iraniana raffigurante delle miniature.
Il leader islamico è stato il secondo presidente dell’Iran a essere ricevuto da un Pontefice in Vaticano. Prima di lui, infatti, San Giovanni Paolo II aveva accolto nel Palazzo Apostolico, nel 1999, Mohammad Khatami.
Il tour europeo del presidente iraniano – programmato a novembre ma poi rimandato a seguito degli attentati di Parigi – durerà quattro giorni.  Si tratta del primo viaggio in Europa dopo la rimozione delle sanzioni internazionali su programma nucleare di Teheran. Dopo l’Italia, la prossima tappa sarà la Francia.
Ieri, il presidente è intervenuto al business forum Italia-Iran parlando anche di economia, terrorismo e tolleranza, ribadendo che “il Corano invita i musulmani a proteggere per prime le chiese e le sinagoghe”. Poi l’incontro con il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e quello con il premier Matteo Renzi.
Al centro dei colloqui, l’intesa sul nucleare che – ha sottolineato Rohani – può diventare un modello da applicare in Medio Oriente, Africa e Sud Mediterraneo. Dal presidente anche l’esortazione a realizzare una grande coesione internazionale che possa sconfiggere la minaccia del terrorismo; da parte sua l’Iran – ha assicurato –  si pone contro il fondamentalismo “senza ambiguità”.
[S.C.]
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ZENIT Staff

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